Nord e Sud - anno XVIII - n. 136 - aprile 1971

Vittorio Barbati Prima di esaminare, sia pure con la necess:aria cc)ncisione, i caratteri fondamentali dei nuovi equilibri ai quali si è accennato, è opportuno soffermare l'attenzione sull' « ambiente » in cui tali equilibri dovranno essere realizza ti. E qui bisogna aprire una breve parentesi. È noto che il p,rimo, fondamentale attributo di uno Stato è la « sovranità », ossia il « potere sovrano » di fare le leggi e di farle rispettare. È 01 vvio che l'esercizio effettivo di tale sovranità è condizionato dalla maggiore o minore forza dello Stato e quindi dalla sua capacità di imporre il rispetto delle leggi a tutte le forze che operano nell'ambito territoriale della sua sovranità. Ciò significa, ovviamente, che lo Stato deve essere forte, più forte di qualsiasi altra forza soggetta giuridicamente al suo « potere ». Ma lo Stato forte non è quello che si regge sull'oppressione, sul regime poliziesco, sull'imposizione brutale: è lo Stato che si regge sul libero e cosciente consenso dei suoi cittadini, che fa pro·prie le loro istanze, che garantisce a tutti l'esercizio dei loro diritti, che è in grado di stroncare gli abusi e le sopraffazioni di qualsiasi tipo e di qualsiasi provenienza. Ed è lo Stato efficiente, capace di realizzare i postulati politici, sociali ed economici delle impostazioni che derivano dalle libere scelte dei suoi cittadini. Ora, il problema della forza dello Stato, oltre ad essere un problema giuridico ed ordinativo, è un problema dimensionale. Lo Stato deve essere organizzato in rapporto all'ampiezza dei fenomeni che deve controllare ed indirizzare. E qui sta il motivo fondamentale che spinge, sul piano concreto, a ricercare soluzio11i sovranazionali, idonee a conferire ai poteri pubblici la forza sufficiente per controllare i moderni fenomeni economico-sociali. Questi fenomeni infatti, almeno nel contesto europeo occidentale, sono già, in molti casi, troppo ampi per poter essere controllati efficacemente dai singoli Stati nazionali. Solo la potenza politica, giuridica ed economico-finanziaria di uno Stato sovranazionale - sia pure, in un'ipotesi più limitata e meno idonea tecnicamente, ma più realistica nell'attuale situazione politica, di una « Confederazione » con poteri relativamente non tro,ppo ampi - può consentire, e soprattutto potrà consentir~ in futuro, di conferire un indirizzo organico ai processi evolutivi. D'altronde, questi ultimi presentano, oltre agli aspetti maggiori, di carattere sovranazionale e nazionale, aspetti minori, il cui controllo deve necessariamente ricadere nell'ambito di competenze di tipo « regionale ». Questo controllo·, però, non può essere esercitato, per le interrelazioni sempre più strette fra i vari fenomeni e le varie zone, in base a rigide compartimentazioni, ma va invece concepito nel quadro di un coordi68 Bibliotecaginobianco

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