Concordato e referendum del Parlamento sul divorzio si è affrettato ad offrire alla DC un terreno d'incontro che partiva proprio dal punto che era sembrato allontanare il « dialogo », cioè quello della famiglia. Il vice segretario del PCI, Berlingt1er, scrisse allora, sull'« Unità»: « noi siamo contro il dilagare del divorzio » e aggiunse che « se il comporta1nento dei democristiani fosse stato diverso, la stessa legge che istituisce il divorzio avrebbe potuto tenere maggiormente conto delle lpro peraltro tardive proposte » 29 • I comunisti si dichiaravano disponibili ad un i11contro con la DC sui temi della famiglia, spiegava Berlinguer, perché le distorsioni dei valori familiari sono il prodotto della società capitalistica e dell'ideologia borghese. Il PCI è invece attestato su « una concezione che è agli antipodi di quella delle forze del laicismo borghese, perché è una concezione proletaria, di classe, e al tempo stesso di ampio respiro popolare », e su questa base « è possibile oggi promuovere l'incontro delle masse di orientamento comunista e socialista se non con tutta la DC, con una parte assai larga delle masse cattoliche ». Quanto al Concordato, Berlinguer si pronunciava per una « revisione bilaterale, capace di risolvere anche la questione particolare della controversia interpretativa » 30 • Quest'ultima « co11.troversia interpretativa » riguardava l'art. 34 del Concordato ed era stata oggetto dello scambio di note tra Vaticano e governo italiano. Ebbe11e, da parte italiana era stata esclusa « la fondatezza dell'interpretazione » della Santa Sede ed era stato difeso il diritto dello Stato ad introdurre modificazioni nella propria legislazione matrimoniale. Da parte del governo italiano - il governo di centro sinistra a quattro dell'on. Colombo - era stata assunta una posizione di diritto non rinunciabile, e quindi la controversia su questo punto non sarebbe stata risolvibile con un negoziato, come invece Berlinguer veniva a sostenere, senza che vi fosse la rinuncia ad un diritto dello Stato confermato da un voto del Parlamento~ Che da parte italiana non fosse accettabile alcuna « controver-- sia interpretativa », ma si trattasse invece di una infondata eccezione sollevata dal Vaticano, si sarebbe avuta poi conferma nelle sentenze della Corte costituzionale del 2 marzo 1971, con le quali è stata decisan1ente respinta la tesi che i patti lateranensi siano stati « costituzio11alizzati » con l'art. 7 della Costituzione. 29 « L'Unità », edito!"iale del 6 dicembre 1970. 30 Nota italiana al Vaticano del 30 maggio 1970. 47 Bibiiotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==