Concordato e referendum della famiglia... e ciò in particolare se saranno chiamati ad esprimere su questo tema la loro responsabile decisione personale » attraverso il referendum. Il presidente dell'A.C., insomma, non impegnava né se stesso né l'associazione a richiedere il referendum. Tuttavia, in quel giorno lo stesso quotidiano cattolico intitolava su nove colonne la sua prima pagina: « Referendum popolare per il divorzio », riferendosi all'iniziativa « privata » annunciata da alcuni personaggi del mondo cattolico di cui dava con rilievo notizia 15 • Lo stesso giorno, l'arcivescovo di Taranto Mons. Motolese a proposito del referendum affermava: « Noi ti,1,ttiappoggeremo tali iniziative per l'abrogazione della legge, esortando tutti a battersi democraticamente per una causa così grave ». L'iniziativa pro,rocò reazioni: la Lega Italiana per il Divorzio (LID) presentò alla Procura della Repubblica una denuncia contro 306 vescovi per aver violato il Concordato attraverso la presa di posizione della CEI nei confronti dell'istituzione del divorzio 16 • 1\/Iai vescovi erano tutt'altro che concordi, nonostante il documento della CEI, nel sollecitare la richiesta di referendum. Il card. Pellegrino, vescovo di Torino, aveva dichiarato: « la Chiesa esorbiterebbe del suo con1pito se prete11desse imporre ai non cattolici una norma dettata dalla legt;e », e aveva giudicato « ingenuo ridurre al. fatto del divorzio la crisi della famiglia, aspetto essenziale di una crisi di 1Jalori che coirivolge tutta la società ». Pochi gorni dopo l'arcivescovo di Ravenna, Mons. Baldassari, esorterà i cattolici ad « evitare gesti inconsulti e ribelli» 17 • 15 « Avvenire », 2 dicembre 1970. L'iniziativa portava le firme di Giangualtiero Archi, Giuseppe Auletta, Felice Battaglia, Carlo Bozzi, Antonio Ciampi, Lia Codacci Pisanelli, Sergio Cotta, Augusto del Noce, Sergio Galeotti, Filippo Gallo, Franco Ligi, Gabrio Lombardi, Carlo Felice Manara, Enrico Medi, Lina Merlin, Bernardino Merlo, Giambattista Migliori, Giuseppe Oliviero, Marcello Rodinò, Francesco Santoro Passarelli, Libera Santucci, Ignazio Scotto, Egidio Tosato, Alberto Trabucchi. Nell'elenco pubblicato dall' «Avvenire» figurava anche Giorgio l.,a Pira, il quale si affrettò subito dopo a dichiarare che « non bisogna trasfor111are la nazione in un campo di lotta erigendo insormontabili muri divisori. Bisogna quindi cercare di costruire ponti, cioè compiere atti legislativi che possano sanare la grave ferita inferta »: quindi, atti legislativi e non abrogativi di una legge. Anche il « Movimento un popolo per la famiglia» annunciava un'iniziativa pro-referendum. 16 Notizia ANSA del 3 dicembre, ripresa dalla stampa il 4 dicembre 1970. 17 Ecco il testo della dichiarazione, riportata dall'ANSA del 6 dicembre: « il divorzio è oggi una legge dello Stato Italiano. La cosa ci addolora per ovvie ragioni, ma non ci spaventa, né ci induce ad atti di ribellismo che potrebbero anche essere inconsulti, pur non togliendo ai cattolici i diritti che sono propri di tutti i cittadini. Per ora - così ho scritto a tutti i miei sacerdoti ed oggi comunico ai fedeli a mezzo stampa - dobbiamo tener ben presente che il matrimonio-sacramento è indissolubile. Con questa ·precisazione non si va contro la coscienza, ma solo si compie il proprio do-vere, illuminandola perché la coscienza stessa possa giudicare con tutti i necessari elementi. Certo il divorzio è pér noi una cosa dolorosa, ma 41 Bibliotecaginobianco
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