Nord e Sud - anno XVIII - n. 136 - aprile 1971

Giulio Picciotti impostazione che alla questione del rapporto tra Stato italiano e Santa Sede è stata data; ma anche del significato per la politica italiana del tipo di comportamento che il partito di maggioranza relativa, a ideologia cattolica, ha adottato sulla scia degli orientamenti fissati, non senza contrasto, dal Concilio Vaticano secondo » 11 • Il quotidiano della DC, in un editoriale del segretario del partito Arnaldo Forlani, affermò che « pur nell'amarezza di una battaglia perduta >> occorreva « guardare in avanti ». Si accennava anche, ma senza impegno, che « per i cittadini rimangono le possibilità di un ricorso al referendum » 12 • « Se ci siamo trovati divisi su questa legge, possiamo e dobbiamo ritrovarci uniti - scriveva in un editoriale, sempre sul « Popolo », il presidente del Consiglio Colombo - in un'azione di prevenzione e di migliorame11to delle condizioni di vita dell'Istituto familiare, azione ora tanto più urgente e indispensabile » 13 • In quel momento esisteva il pericolo che la delusione del mondo cattolico si saldasse cen le iniziative dell'estremismo antidivorzista. Paolo VI, appresa la notizia del voto del Senato mentre era a Sidney, nel corso del suo viaggio in Asia, ave·va espresso « profondo dolore » - era detto in una dichiarazione ufficiale diffusa dalla Sala stampa vaticana - e giudicava la legge « lesiva del Concordato in un punto di particolare importanza » 14 • Di vulnus parlarono il cardinale vicario di Roma Angelo Dell'Acqua e un corsivo dell'« Osservatore Romano ». Il presidente dell'Azione Cattolica Bachelet scrisse un editoriale sull'« Avvenire», I valori della famiglia, in ct1i si affermava l'impegno dei cristiani « ad approf ondire, testimoniare e proporre i grandi valori dell'unità - e stabilità 11 « La Voce Repubblicana», 1° dicembre 1970. 12 « Il Popolo», 1° dicembre 1970. 13 « Il Popolo », 3 dicembre 1970. 14 Nel testo consegnato in Sidney, ai giornalisti che seguivano il papa nel viaggio, figurava una fase che non apparve nel testo diffuso a Roma dalla Sala stampa vaticana: « anche se l'iter della legge non può dirsi ancora completo esigendosi per questo la firma del Capo dello Stato ». Sorse una polemica su chi avesse operato il taglio della frase che suonava dubitosa sulla promulgazione della legge da parte del presidente Saragat. A quanto si poté ricostruire sulla base di una « conversazione con .i giornalisti » del capo della Sala stampa vaticana prof. Alessandrini, il taglio sarebbe stato operato non a Roma ma a Sidney, dopo la diffusione del testo ai giornalisti e prima della trasmissione per telex alla Sala stampa in Vaticano. Si trattava di una « palese ingenuità», disse Alessandrini, « in coscienza l'avrei potuta eliminare anch'io »; a Sidney avrebbe potuto farlo « chiunque avesse avuto un po' di esperienza parlamentare», il che suonò come allusione all'on. Manzini, direttore dell' « Osservatore Romano», che era al seguito di Paolo VI. Nello stesso giorno del voto, comunque, la legge introduttiva del divorzio venne firmata dal presidente Saragat. 40 Bibiiotecaginobianco

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