Concordato e referendum rapporti tra Sta.to e Chiesa - clze pure sono importanti e delicatissin1i - né sollevare quei problemi religiosi clie per i cattolici sono essenziali. Abbianzo scelto questa strada perché riteniamo che la battaglia della f anziglia, prin1a ancora che confessionale e giuridica, è una battaglia profondamente civile e ta.le per la sua natura da coinvolgere tittti indipendentemente dalle fedi e dalle ideologie ». Nel finale si muoveva un appello ai senatori del campo divorzista: « è un.' no' che può essere fatto proprio da ogni uomo di buona volontà » 4 • L'editoriale era indicativo di tutte le pressioni messe in atto in quei giorni per ottenere defezioni nel fronte divorzista e mirava a dare valore di « crisi di coscienza » anche a motivazioni di altra natura. D'altra parte, l'« Osservatore Romano » si diceva certo che gli sviluppi di quel voto sarebbero stati « i nieno prevedibili ». Che non fosse un calcolo del tutto sbagliato appariva chiaro appena tre giorni dopo: nello scrutinio segreto sul passaggio in votazione degli articoli, otto senatori dei gruppi divorzisti si unirono ai « no », così che i « sì » prevalsero per soli due voti. Il 9 ottobre '70 il divorzio era approvato dal Senato dopo una mediazione Leone tra i due gruppi contrapposti cl1e consenti,,a l'approvazione di emendamenti migliorativi e la richiesta in sede di votazione da parte della DC del voto palese, fugando in tal modo il pericolo dei « franchi tiratori »: furono due fatti significativi del clima di civ.ile competizione politica, che coronaro110 un elevato dibattito parlamentare. La legge tornava alla Camera per l'approvazione degli emendamenti apportati dal Senato, ma ormai 110n vi erano più dubbi sull'approvazione definitiva. « Ora che, con il voto del Senato, la vicenda del divorzio è praticamente consumata - scrisse Raniero La Valle - è tempo che la Chiesa ritrovi il suo vero compito, rispetto al rrzatrimonio, che è quello dell'evangelizzazione ....Del resto, non c'è n.iente di stra110 che la Chiesa non sappia conditrre e perda una battaglia parlan1e11tare. Queste cose non le sa fare perché 110n sono le sue. Quello che è suo è di annunziare il Vangelo, perché ogni rea.ltà ll1nana ne sia trasformata dall'interno, e non solo ad esso uniformata dall'esterno, per via di un corto circi1ito legislativo 5 ». « Di fatto, dal punto di vista religioso e pastorale - scrisse il sacerdote Nazareno Fabretti - fino ad oggi il Concordato annullava e s,netztiva il Concilio, in qita11to vietava 4 « L'Avvenire», 27 settembre 1970.· Seguivano l'editoriale alcune pagine, a cura di Emma Cavallaro, in cui vèniva sollevata la problematica sociale, dalla difesa della donna a quella dei figli, in relazione al divorzio. s « La Stampa », 16 ottobre 1970. 37 Bibliotecaginobianco
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