Giulio Picciotti glia», i gruppi che poi avanzeranno la richiesta del referendum. In contrasto col parere espresso dal Parlamento il 15 febbraio, Gedda aveva affermato in un discorso che « il divorzio lede il Concordato e la sua costituzionalità è ancora da pro-vare in maniera convincente ». Il « Movimento un popolo per la famiglia » tenne a Roma il 26 settembre un convegno 3 in cui il prof. Gabrio Lombardi, uno dei fondatori del l\tlovimento insieme all'on. Greggi della DC e all'ing. Fusacchia, sostenne che non sarebbero serviti emendamenti per migliorare la legge. Il 27 settembre, infine, l' « Alleanza cattolica», in volantini diffusi all'esterno delle chiese del centro di Roma, Genova, Milano, Torino e Pisa, accusava la DC di aver fatto passare la legge alla Camera mentre il governo « era composto totalmente da uomini della DC » e rendeva noto di aver indirizzato il 14 settembre una lettera all'episcopato italiano, chiedendo un « fermo e pubblico richiamo ai cattolici eletti » in Parlamento per bloccare il voto del Senato. Se il richiamo non fosse stato efficace, l'episcopato avrebbe dovuto dissociarsi « dalla forza politica che esso ha fino ad oggi raccomandato ». . In questo modo i gruppi dell'oltranzismo antidivorzista davano la misura di quanto fossero fuori del tempo: fin dall'Assemblea dell'aprile l'episcopato aveva mostrato chiaramente, con la liberalizzazione del voto cattolico, che una distinzione tra piano religioso e piano politico era ormai un dato acquis~to anche per la Chiesa italiana. Alla vigilia del voto del Senato, l'« Avvenire » pubblicava un editoriale del direttore, Angelo Narducci, dal titolo Il nostro No. Scriveva Narducci: « le nostre obiezioni si niitovono su un piano esclusivan1ente 1imano e civile senza toccare gli aspetti giuridici dei 3 Il prof. Gabrio Lombardi, ex presidente dei laureati cattolici, passerà certamente alla storia per la proposta di un terzo tipo di matrimonio, oltre quello civile e quello religioso. Nel suo libro Divorzio, referendum, concordato edito dal « Mulino » nel '70, ha sostenuto che per, superare la controversia tra Santa Sede e Stato italiano sull'interpretazione dell'art. 34 del Concordato, « occorre conservare l'indissolubilità così del matrimonio civile come del matrimonio canonico predisponendo eventualmente un terzo tipo di ' unione registrata ' cui possono ricorrere coloro che non se la sentano di assumere un impegno definitivo, ma vogliono al tem.po stesso sottolineare che la loro relazione non è meramente occasionale, e anzi tendenzialmente stabile, sempre che tutto vada bene e entrambi se ne trovino contenti » (p. 133). Ora non sappiamo in quale considerazione la Chiesa italiana o l'Azione Cattolica abbiano tenuto la proposta (una coincidenza ·è stata la mancata rielezione del prof. Gabrio Lombardi nel '70 alla presidenza laureati cattolici), ma sarebbe interessante sapere se l'autore della proposta stessa continuerà a sostenerla quale che sia l'esito di un eventuale referendum. Un istituto come quello proposto, infatti, non legato all'indissolubilità, esiste ad esempio in Svezia dove c'è il divorzio. 36 Bibiiotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==