Con,cordato e referendu111 L' 11 marzo Moro sì reca da Saraga t per comunicargli la sua rinuncia a form.are il governo; la pressione vaticana sulla DC aveva impedito l'accordo. Ma il fatto assume,,a tale gravità, per gli stessi rapporti tra la Santa Sede e lo Stato italiano, che l' « Osservatore Romano della Domenica » i11una nota del vice direttore dell' « Osservatore roma110 », fece marcia indietro: « la DC in sede parlamentare ha a,vversato il divorzio; 11ess1J110ha il diritto di meravigliarsene, perché è ben, noto qitale sia l' orientan1ento dei suoi uoniini e dell'elettorato che ad essi co1icede la propria fiditcia. Sono ragioni di carattere religioso, nioralc, e anche sociologico. Ma le democrazie han110 le loro leggi e il partito di 1nag·gioranza relati1)a no11 potrebbe nari rispettarle». Veniva così a cadere il richiamo alla DC da parte della Santa Sede; e cadeva l'ostacolo alla ripresa del centro si11istra. Subito dopo anche Fanfani rinunziò a formare il governo, ma l'impressione generale fu che egli non avesse alcuna voglia di lasciare la presidenza del Senato; ci riuscì invece Colombo. Pochi giorni prima dell'inizio del dibattito sul divorzio al Senato, avevano luogo gli incontri bilaterali tra governo italiano e Santa Sede. Il primo giugno, in Vaticano, i nostri rappresentanti prese11tavano una memoria in cui era espresso il punto di vista italiano sulla sovranità dello Stato e sulla legittimità del Parlan1ento a deliberare in materia. Il 15 giugno, alla Farnesina, il segretario di Stato card. Villot restituiva la visita e consegnava al ministro degli Esteri 1\1.oroe al 1ninistro della Giustizia R.eale una memoria i11cui era esposto il punto di vista della Santa Sede per un'interpretazione dell'art. 34 del Co11cordato, vincolante in materia di legislazione matrin1oniale. Le organizzaziani ufficiali cattoliche avevano frattanto tenuto contrastate riunioni per l'elaborazione di un documento comune antidivorzista; tale documento definiva il divorzio un « grave danno per la società », ma non entrava nel merito della legittimità del Parlamento a deliberare 2 • Diverso l'atteggiamento dei « Comitatì civici », dell'« Allea11za cattolica » e del « Movi1ne11to per la fa1niuna nuova nota, lo stesso giorno, della radio vaticana, in cui si affermava che l'indissolubilità del matrimonio è « una dottrin_a inimuzata e immutabile, conf ermata dal Concilio Ecun1enico Vaticano I I, la quale nulla può perdere della sua validità per n1.otivi storici, politici, diplomatici contingenti ». Ma, ovviamente, non era questo il punto della questione. . 2 Il docu~ento recava le firme di Aldo Agazzi, presidente della UCIIM (Unione cattolica italiana insegnanti medi), di Vittorio Bachelet, presidente dell'Azione Cattolica Italiana, di Maria Badaloni, prèsidente dell'Associazione italiana maestri cattolici, di Emilio Gabaglio, · presidente delle ACLI, di Alda Miceli, presidente del Centro Italiano femmi;iile, e di Francesco Santoro Passarelli, presidente dell'Unione giuristi cattolici 1.taliani. · 35 Bibii·otecaginobianco
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