Italo Talia demicamente, come una disputa tra perso:naggi · i cui ruoli sono precostituiti e che si accontentano al più di recitare la propria parte ». Un notevole passo in avanti viene compiuto dai sindacati con il secondo documento. E ci sembra che venga evitato proprio quel pericolo di cui si diceva, e cioè di una disputa accademica sui tempi e modi dell'intervento pubbìico nel Mezzogiorno, in cui ogni protagonista limita il proprio i1npegno ad un mero dovere d'ufficio. Al contrario i sindacati, nel documento che riguarda la nuova legge per il Mezzogiorno, escono allo scoperto, si impegnano su temi concreti, e anclìe se non tutto è positivo, non v'è dubbio che essi pongono problemi e avanzano interrogativi che la co11troparte, ed in particolare il Governo, non potrà ignorare. Problemi ed interrogativi che « Nord e Sud », nei numeri di febbraio e di marzo, ha già posto e che riguardano appunto i grandi progetti integrati di sviluppo (o, come dice la nuova legge, i progetti speciali di interventi organici), la funzione della Cassa del Mezzogiorno, la politica degli incentivi e dei disincentivi ed, infine, j poteri e il ruolo delle Re-. gioni. E non vi è dubbio che, in tale contesto, i sindacati sono nel giusto quando affermano che il disegno di legge per il Mezzogiorno accentua più gli aspetti negativi dell'intervento pubblico finora attuato ( « in particolare il carattere indiscriminato degli interventi sia nel sistema infrastrutturale che nelle sce_lte di investimento »), che gli aspetti positivi ( come la necessità di un più stretto collegamento dei provvedimenti per il Mezzogiorno con le linee della politica economica programmata a livello nazionale). Anche se, poi, in contraddizione con tale ultima affermazione i sindacati finiscono per esprimere un giudizio negativo sulle nuove funzioni che il C.I. P.E. dovrebbe assumere. Ma esaminian10, punto per punto, le osservazioni e le riserve dei sindacati, iniziando proprio da quest'ultimo aspetto. Come è ormai largamente noto, nel disegno di legge del Go.. verno per il Mezzogiorno il C.I.P.E. assume la responsabilità sia della predisposizione dei progetti speciali di interventi organici, sia delle direttive in materia di industrializzazione. Pertanto la soppressione del Comitato dei l\1inistri per il Mezzogiorno e la funzione di « intesa » e di « consultazio11e » attribuita alle Regioni tendono ad eliminare proprio quel pericolo che i sindacati pavèntano (e che vorrebbero eliminare attraverso « un reciproco condizionamento nei rapporti tra C.I.P.E. e regioni », che finirebbe al contrario per renderlo sempre più concreto) di ulteriore esaltazione di tutte le 28 Bibiiotecaginobianco
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