I sindacati per il Mezzogiorno tica di program1nazione nel nostro paese. Tale tesi, peraltro, trova il suo limite qualche riga più avanti, dove è detto cl1e « b_isogna stimolare e promuovere un sistema industriale non ripetitivo e più coerente1nente legato co11 le risorse del Mezzogiorno ». Frase che, 11ella prima parte, richian1a alla memoria troppo da vicino la polemica sui « doppioni » portata avanti, nei confronti del Mezzogiorno, dalla Confindustria, soprattutto durante la gestione di Angelo Costa; e che ricorda, nella parte relativa alle risorse, quanto la destra - n1eridionale e non - veniva strumentalmente predicando sul destino e sulla vocazione naturale del Mezzogiorno al1' agricoltura ed al turismo. Ma pur mettendo da parte questi dubbi e questi timori, dovt1ti più ad un meridionalismo reso sospettoso dalle delusioni che agli effettivi intendinìenti dei sindacati, dobbiamo ritenere - condividendo quanto scrive al riguardo l\Aariano D'Antonio nell'ultimo Bollettino dell'Associazione A.P.E. di Napoli - che l'obiettivo posto a base dell'azio11e sindacale nei confronti del Mezzogiorno, proprio in quanto appare ovvio nel contesto dell'attuale schieramento meridionalista, contiene affermazioni che « in qualche modo dovrebbero far avvertite le organizzazioni sindacali della portata del problema e del fatto che esso trascende limiti e capacità di movimento dei sindacati per porre questioni di equilibri di potere, politici, a livello di tutto il corpo sociale ». A questo punto bisogna chiarire, e per primi lo debbono chiarire i sindacati, se il loro ingresso sulla scena meridionalista sia squisitame11te politico, perché in questo caso avrebbe ragione chi lamenta, rispetto all'obiettivo della piena occt1pazione nelle regioni meridionali, la n1ancanza di chiarezza da parte dei sindacati sui soggetti di una nuova e diversa azione meridionalista, « sul sistema di alleanze da creare a tal fine tra lavoratori e altre classi sociali, sulle tappe intermedie del movimento, eccetera ». Se al contrario il si11dacato intende porre il raggiungimento dell'obiettivo della piena occupazione in termini di strumenti di politica economica, è nel giusto chi ritiene che il « vero nodo del meridionalismo dei sindacati va ricercato nel contesto stesso delle lotte contrattuali e della lotta per le riforme sociali ». Noi propendiamo per questa seconda ipotesi, giacché non a caso il documento delle tre centrali sindacali sfiora appena la questione degli equilibri politici ed istituzionali e centra la sua attenzione, i11modo quasi esclusivo, sulle questioni economiche e soprattutto sugli strumenti di politica eco11omica connessi al problem.a del Mezzogiorno. Ma se è vera questa seconda ipotesi - o se, co25 Bibiiotecaginobianco • -
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==