Nord e Sud - anno XVIII - n. 136 - aprile 1971

r Francesco· C'ompagna Compagna ha le sue ragioni di protesta :quando apprende, per esempio, che la Olivetti ha cinque stabilimenti in Europa ed uno a Singapore per le componenti elettroniche della SGS; ma si tratta di manufatti che hanno un mercato mondiale; ed una giornata di lavoro a Singapore costa quanto un'ora in Italia: basta trovar delle donne che abbiano la vista buona e le mani agili e che non sudino ». Ecco: non è che noi si « protesti » perché la Olivetti ha cinque stabilimenti in Europa ed uno a Si11gapore. Tenuto conto del fatto che la Olivetti ha ormai due stabilimenti in Campania, ci si può rendere conto delle buone ragioni tecniche, economiche, commerciali per le quali deve averne cinque in Europa ed uno a Singapore. Non è soltanto questione di donne « che non sudino » e la cui giornata di lavoro costi poco; perché, se si trattasse di questo soltanto, Singapore dovrebbe essere preferita a Marcianise, ma qualsiasi centro del Mezzogiorno avrebbe dovuto essere preferito ai centri europei nei quali la Olivetti ha creato i cinque stabilimenti di cui parla Cominotti. Probabilmente, Cominotti ha voluto dire proprio che gli inte-. ressi della Olivetti sono tanto complessi e diversificati da non potersi pretendere che questi interessi coincidano con l'esigenza, della quale tanto si è parlato, di puntare sull'industria elettronica per lo sviluppo del Mezzogiorno. A meno che non si riesca a trovare - come suggerisce Cominotti a Zappulli -. « la strada giusta per far partecipare il Mezzogiorno al gioco ». C'è questa strada giusta? E se c'è, quale potrebbe essere? Come aprirla? In che senso la Olivetti potrebbe fare di più? Sono queste le domande che rivolgiamo a Cominotti, confidando che la sua esperienza e la sua competenza possano contribuire a chiarire incognite che non abbiamo né l'esperienza né la competenza per chiarire da soli, pur avendo l'intelligenza per capire che sono incognite tali da condizionare la credibilità ed il fondamento stesso del discorso sullo sviluppo dell'industria elettronica nel Mezzogiorno: un discorso che è stato addirittura sbandierato nel 1967 e nel 1968, ma che oggi sembra essere, se non rientrato, certamente più sommesso di q~anto allora non fosse enfatico. Già nel 1969, ancora frastornati dell'eco di questo discorso, che era stato anche strumentalizzato per contrasta~e le decisioni relative all'Alfa-sud (si parlò di un progetto elettronico alternativo a quello dell'Alfa), avemmo occasione di manifestare il nostro stupore nell'apprendere che un certo micro-calcolatore della Olivetti si sarebbe costruito a Cremona, e non a Pozzuoli, o a Marcianise. 20 Bibliotecaginobian.co

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