Nord e Sud - anno XVIII - n. 136 - aprile 1971

.. Antonino Répaci pitalistico-borghese si affaccia soltanto, nell'ultimo· decennio 1del secolo scorso, di poco preceduta da u11 p,roletariato in embrio·ne. Si è visto che questa borghesia deve il proprio incremento al favorevole incremento di eventi esterni e si è formata sullo sfruttamento delle sofferenze delle masse lavoratrici, per consolidarsi poi grazie al parassitismo, sulle spalle dello Stato. È quindi giocoforza concludere con chi più profondamente ne ha studiato il processo formativo 89 , per una « insufficienza», •per una disfunzionalità organica della borghesia italiana, non senza sottolinearne l'elemento nettamente antinazionale. Circa il proletariato 1 , sembra potersi co·ncludere che quei settori delle masse italiane cl1e furo,no in grado· (o nella necessità) di trasformarsi in proletariato, costituirono fin dal loro nascere, il .fermento vivo, più promettente e più 01 perante, della compagine sociale italiana: il motivo sociale 11uovo, moderno, « nazionale», che ha rotto i ponti con la tradizione di servilismo e di su·pina rassegnazione. Nel quadro, peraltro, non van,no dimenticate le cospicue masse di declassati e sclassati, appartenenti grosso modo ai ceti medi (sottoborghesia) 01 ppure alle plebi rurali e cittadine (sottop,roletariato) 90 • Su questa materia, e sulla problematica che vi si agitava, sarà cl1iamata a esercitarsi l'azione politica di Giovanni Giolitti. 8) La questione 1neridionale. Sembra opportuno, prima di metter fine a queste note, accennare a un mo,tivo specifico di un argomento sfiorato altrove nelle sue linee generali 91, concernente la difettosa formazio,ne della compagine nazionale. Si era colà additata l'azione accentratrice dei regi go-verni, fon89 Giova a questo pùnto spendere poche parole sull'opera reiteratamente citata di NELLOQurLrcr. Il Quilici, la cui ufficiale appartenenza al fascismo non offuscò la serietà dell'indagine e la spregiudicatezza del giudizio, concluse pronunziando una netta condanna della borghesia italiana, ampiamente motivata da una ricerca obiettivamente e rigorosamente condotta. Il suo spirito di parte fortunatamente non investe l'essenziale dell'opera, ma si manifesta nelle considerazioni finali, limitandosi alla esposizione di un mero punto di vista, di cui è nondin1eno doveroso segnalare il vizio e la insostenibilità. Egli afferma infatti che la borghesia italiana era giunta a un tale punto di viltà, da inginocchiarsi dinanzi al trionfante fascismo, quasi che questo fosse sopraggiunto quale vindice e giustiziere. Orbene, se nulla v:ha da eccepire sulla taccia di viltà della borghesia italiana nella sua complicità col fascismo, devesi contestare la tesi dell'A. che il fascismo sia stato un movimento popolare e antiborghese. In realtà l'orientamento del fascismo fu nettamente e inequivocabilmente filopadronale; almeno della sua manifestazione più definitiva, spiegata e matura. 90 A. REPACI, Fascismo ecc. cit., pag. 59 segg. 91 A. REPACI, Fascismo ecc. cit., pagg. 70-71. 124 Bioliotecaginobianco

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