Nord e Sud - anno XVIII - n. 136 - aprile 1971

,,., Antonino Répaci a una legislazione sociale 84 , ma trattasi di intendimenti g.enerosi e umanitari, che non trascen1d.ono gli schemi di una politica di classe. Non è questa la sede p,er discorrere del movimento operaio nei suoi inscindibili rappo,rti con determinate correnti po!litiche; basti segnalare che esso, considerato nel quadro· della formazione delle forze sociali, costituì il più valido ed efficiente elemento di p·rop11lsione nella dura e faticosa ascesa del p,roletariato industriale. A tacere delle iniziative concrete - mutue, coo•perative, banche popolari ecc. - le organizzazioni operaie seppero· infondere nel corso di pochi decenni una coscienza di classe a settori cospicui delle classi lavoratrici, e se grandiosa fu la loro opera nel campo organizzativo territoriale e istituzionale, ancora più grandiosa fu quella nel campo intellettuale e 1norale. Dalla materia amo1rfa, dalla rassegnazione, dall'apatia e dal ribellismo OI'o·nico e potenziale che costituivano l'ibrido 1niscug1 lio, psico 1 logico delle plebi, il mo•vimento, operaio seppe plasmare t1na diffusa coscienza di interessi e di valo1 ri sociali: un patrimonio che non andrà più perduto e che nep,pure l'olio di ricino e il manganello riusciranno a esti·rpare. È no,to che dall'ultimo decennio del seco,lo i salari e le co1 ndizioni degli 01 perai incon1inciaro,no a miglio·rare. Se si prescinde p,er o,ra dal1' esame dei fattori politici che contribuirono 11.otevolmente in tal senso, ri1leva segnalare questo 1 evento per sottolineare la rapida e so1 rprendente metamorfosi della classe operaia nel cam.po della produttività. Se infatti è vero che l'operaio italiano· agli inizi er:a scarsamente pro,duttivo, oiò era dovuto, in parte a quell'« individualismo», che Io, rendeva recalcitrante a una disciplina ,di nuo1 vo genere (so1ttomissione e disciplina sono due co,ncetti p,ro.fondamente diversi), tanto più che tratta vasi di discjplina brutale e vessatoria; ma in parte notevolissima alla denutrizione e alla rudimentale preparazio,ne teonica. Occorre peraltro non sottovalutare un fatto iniziale che spiega, o al1neno conco,rre a spiegare, la più rapida evoluzione dell'operaio ri·spetto al contadino, no·nostante che nella loro grande maggiora11za, gli operai provenissero dalla campagna; il fatto, è che 84 Silvio Spaventa fu uno di questi pochi, e bisogna darne atto, perché ciò confer.ma le alte doti di mente e di cuore di questo eminente uomo politico. Egli pronunziò queste parole, che sono co1ne un vaticinio e un messaggio di civiltà: « Dal sentimento di eguaglianza sorge una esigenza terribile nella coscienza delle moltitudini, alle quali non basta d'essere eguali dinanzi alla legge, ma intendono di sollevarsi, intendono di partecipare ai beni della vita che nei secoli scorsi erano riservati solo ai ricchi. La civiltà è l'unità della cultura e del buonsenso: non si può dire popolo civile dove pochi amano e godono, ma è veran1ente civile quel popolo in cui a1nano e godono il maggior numero» (in A. PINO-BRANCA, Cinquant'anni ecc. cit., pagg. 46-47). 122 Bib iotecaginobianco

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