Antonino Répaci ma il suo risveglio ·ebbe inizio qualche decennio innanzi, vuoi grazie al più vicino contattai coi mo1 vimenti ·di idee e con le iniziative politiche e sociali dei precurso•ri, vuoi so,prattutto grazie al p,rocesso,, lento e son·na_cchioso sia pure, ma ciò nondimeno concreto e fo,riero di tutta la sua peculiare pro•b1 lematica, della 11ascente industrializzazione. È noto peraltro che, sul piano, politico, i pochi, ma significativi moti popolari in favore d·ell'indipen,denza nazionaìe, furono quelli di talune città del Nofld (Milano, Brescia, Venezia, Genova); così pure le p1 rime agitazioni operaie risalgono già ai primi an,ni di vita dello Stato unitario. Fu un cammino rapidissimo e, sotto taluni aspetti, so,rprendente, tanto che nel corso dell'età giolittiana si saranno· formati, in taluni centri del Nord, nuclei di proletariato• industriale - detti anche « aristoorazie operaie» - che avranno conseguito tali p1 rogressi organizzativi da porsi all'avanguardia della evoluzione sociale. Tuttavia an,che i·l pro,letariato industriale non si formerà se non con notevole ritardo rispetto a quelli degli alt,ri paesi; e si formerà attraverso un doloroso calvario di persecuzio·ni, di sofferenze, di umiliazioni. Si era an1data gradualmente delineando, nei p·rimi ·decenni dell'Unità., la figura dell'« imprenditore di lavoro », precursore del moderno industriale: intraprendente uomo d'affari che batteva le campagne per reclutare manodopera fra le recalcitranti popolazioni agricole. Da questo tipo sociale si sbozzolerà il moderno, capitano, d'industria che, mediante caute e o.culate trasformazioni, eleverà l'officina a fabbrica, 1a fab,brica a complesso industriale. È questo• il feno1 meno 1 della co,ncentrazione industriale, che fatalmente se pure non rivoluzio 1 nariamente, p,rocede in Italia con cospicuo ritardo rispetto• agli altri paesi occidentali; e procede, in armo,nia co,n tutto il processo storico della borghesia italiana, senza fratture col passato, ma incorporando, unitamente agli inevitabili fenomeni, tipici della urbanizzazione 76 , i salari di fame 77 , 10 1 sfruttamento bestiale delle donne e d·ei 76 Dal seguente specchietto balza evidente come il fenomeno si sia manifestato con maggiore intensità nelle città industriali (tenendo presente che a Roma il fenomeno stesso è dovuto alla prevalenza di altri noti fattori). 1880 1901 Napoli 350.000 547.503 Milano 170.000 490.084 Roma 153.000 424.943 Torino 74.000 329.691 Palermo 140.000 315.716 (In N. CoLAJANNI, L'urbanismo, in La vita italiana nel Risorgimento, Serie II, Vol. I, Bemporad, Firenze, 1899, pag. 302). 77 Alcuni esempi: nell'industria tessile gli operai guadagnavano da L. 1,50 a L. 2 giornaliere, le donne da L. 0,50 a L. 0,80, i fanciulli da L. 0,30 a L. 0,80 (R. MoRANDI, Storia ecc. cit., pagg. 137-140); nelle industrie meccanico-siderurgiche guadagnavano da L. 2,50 a L. 5 (lvi, pagg. 147-48). 120 Bioli·otecaginobianco
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