Nord e Sud - anno XVIII - n. 136 - aprile 1971

L'Italia all'alba del secolo XX della proprietà sua, 1na della proprietà in genere; diventa infine un elemento di conservazione ostinato e tenace, di quella o,stinatezza e di quella tenacia irrazionali insite nella sua psicologia primitiva e sedentaria. Per questo il co,ntadino in Italia - nell'Italia di allora, in quella odierna assai meno - non aspira ad altro che a diventare proprietario, che è quanto basta per affermare quell'indipendenza e per illudersi di superare quel complesso di inferio,rità padro,11ale, di cui si è discorso altrove 72 , ancorché ciò gli debba costare sudore e sangt1e, miseria e vessazioni fiscali e lo esponga a tutte le traversie e le responsabilità del proprietario senza offrirgliene il minimo vantaggio. Si spiega quindi perché questa tendenza antisociale della piccola proprietà sia stata avversata dalle correnti politiche di tend·enza socialista, che vi ravvisavano un fattore negativo nella soluzione del problema sociale dell'agricoltura 73 : e in modo particolare ciò avvenne nella Bassa parmense, ove i contadini, divenuti pro,prietari grazie all'azione, sia pure indiretta e preterintenzionale dei moti socialisti e sindacalisti, diventeranno i più fieri sostenitori del sorgente fascisn10 74 • Il reale, se pure non intenso, sviluppo delle classi agricole sarà invece dovuto alla istituzione delle cooperative (quelle coo,perative che tanto· veleno fecero schizzare agli economisti cosiddetti classici, liberali e liberisti) 75 , le quali pur con i loro inevitabili difetti di nascita, rappresentarono una positiva conquista delle classi agricole nel faticoso cammino della loro emancipazione. E una p,rova di ciò sarà data dal furore sadico col quale le squadre fasciste, sobillate e sovvenzionate dagli agrari, si getteranno su queste istituzioni per distruggerle fino alle più profo,nde radici. 6) I lavoratori dell'iridustria. Se « miracolosi » debbo.no co11siderarsi i risultati del movimento proletario1 nelle campagne, avt1to riguardo allo spave11toso stato di arretratezza in cui si trovavano pocl1i decenni innanzi, ben più consistenti e apprezzabili appaiono i successi del proletariato di città. Non già che questo non si trovasse in condizioni analoghe a quelle dell'a campagna, 72 A. REPACI, Fascis1110 ecc. cit., pag. 66 segg. 73 « I contadini, se molti anni furono con noi in parte, se ne staccarono via via che arricchivano, per seguire il partito dei pad.çoni e specialmente dei preti» (G. ZIBORDI, Saggio ecc. cit., pag. 101). 74 N. Qur.LICI, Origine, sviluppo e insufficienze della borghesia italiana, SATE, Ferrara, 1932, pag. 294. 75 Si veda in argomento: M. MISSIROLI, Satrapia, Zanichelli, Bologna, 1914, ANGELORAGGHIANTI, Gli uomini rossi all'arrembaggio dello Stato, Zanichelli, Bologna. 1914. 119 Bibiiotecaginobianco

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