L'Italia all'alba del secolo XX pubbliche - strade ferrate, traforj, canali ecc. - l'intensificazione dei traffici e il po1 tenziamento dell'agricoltura 43 • Nonostante la sua situazione finanziaria anemizzata, il Piemonte sarà, grazie all'opera del grande ministro, lo Stato più moderno, e, malgrad'o tutto, il più progressivo della Penisola : il che concorre a spiegare il fenomeno di polarizzazione delle varie borghesie peninsulari verso di esso, e la sua funzione di Stato egemone, o, seco,ndo la esatta osservazione di Antonio Gramsci, di élite dirigente 44 • E, infatti, la stessa Lombardia, che all'epoca napoleonica era stata la contrada industrialmente più progredita d'Italia, era andata soggetta a una grave depressione sotto la dominazio[le austriaca, trovandosi, al mo111ento della raggiunta Unità, in una situazione poco più che artigianale 45 • Del Regno delle Due Sicilie, dello Stato pontificio e degli staterelli non mette conto, far cenno, vuo,i per la assenza assoluta di ogni svilup•po econo,mico,, vuo,i per la trascurabile rilevanza di quelle poche e sporadiche iniziative cl1e vi si erano potute verificare. Tale, in rapidissima ~intesi, la situazione in Italia, il cui stato di arretratezza faceva contrasto col respiro oceanico della ecoinomia capitalistica, che proprio in quei decenni dava la misura della propria potenza e vitalità per opera degli altri paesi occidentali, che stavano intessendo una rete fittissima e intensissima di merca,ti mediante le colo-- nizzazioni, gli « stabilimenti » e uno sfruttamento colossale di materie prime e di carne umana. Al nuovo Stato italiano mancarono le forze per riguadagnare, almeno in parte, il tererno perduto. A tacere delle crisi econo,miche determinate ·dalla congiuntura, dal corso forzoso, dalla irrazio 1 nale politica economica, sta di fatto che l'inizio di una attività industriale in senso capitalistico può essere riscontrato soltanto verso la fine del secolo, quando già il capitalismo mondiale era entrato nella fase imperialistica. Giova altresì notare cl1e le differenze, già pur sensibili, fra Nord e Sud, vennero a_pprofondite nei decenni successivi. Osserva con molta chiarezza Rodolf O· Morandi che quando mai non si fosse operata co·n l'unità una co1 raggiosa rivoluzione deHa vita 11azionale, non avreb 1 be potuto a meno l'evoluzione economica delle provincie del Nord di andare sempre più accentuando la diisp,arità di ord,ini civili di queste ,due parti della penisola. Ma là dove sarebbesi richiesta una geniale capacità di mano 1 vrare le forze vive del Paese e larghezza di idee, nella fase critioa del tra43 R. TREMELLONI, Storia dell'indu~tria italiana contemporanea, Einaudi, Torino, senza data (ma probab. 1946), pag. 251 segg. 44 A. GRAMSCI, Il Risorgimento, Einaudi, Torino, 1949, pagg. 105-106. 45 R. GREENFIELD, Economia e liberalis1no nel Risorgimento, Laterza, Bari, 1940, pag. 151 segg. 109 Bibliotecaginobianco
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