Antonino Répaci sveglio delle forze agricole; e si resta insieme stupiti e sconfortati, se non dalla inazione, che sarebbe dir tropp·o,, •dal lento e incerto svilup,po agricolo di quasi un trenten·nio,, che ha così male corrisposto a quelle speranze 18. Svariati sono in realità i coefficienti di questa situazio,ne: la scarsezza di capitali, do,vuta in buona parte alla co,ncorrenza dei prestiti pubblici; le vendite dei beni ecolesiastici, che vennero acquistati co1 n danaro insufficiente, da non co,nsentire più un margine ,di capitale da investire per l'incremento dei fo,ndi 19 ; ma soprattutto la politica economica dei regi go,vemi: po1litica ispirata a intendimenti di Ragion di Stato e di potenza, che - come si è accennato in un altro scritto 20 - costituirono la debo1 lezza intrinseca del regime dinastico-parlamentare della Terza Italia. Guglielmo Ferrero ebbe acutamente a o,sservare che i governi della vecchia Italia erano per certe parti assai cattivi, ma non si può negare che fo·ssero prettam,ente italiani, che rappresentassero, tradizioni sociali e una forma di governo tutta nostra, che cercassero di conservare incontaminate la lingua e la cultura italiane 21 ; per il che concludeva, a,lquanto parado 1 ssalmente, es,sere stata la rivoluzion.e - cl1e rivoluzio 1 ne non fu, come sostenne altrove l'autore di queste note 22 -- non già di indo1 le risorgimentale, bensì invece antinazionale, giacché., a prescindere dalla lotta contro l"Ausitria, essa fu diretta co11tro governi « italiani »! Occo1 rre piuttosto dire che il nuovo Stato, dinastico, e acoentratoa_4e, mentre ap•profondì gli aspetti deteriori dei caratteri « nazio•nali » anzidetti, no,n sep,pe ·dar vita a una economia nuova, unitaria e orientata verso 01 biettivi moderni; ma, nella illusione di una inesistente :ricchezza nazionale, si dedicò a una politica di prestigio col subordina,re gli interessi eco1 no,mici a quelli della politica estera e militare. Che l'Italia fosse - e sia stata fino a pochi decenni addietro - un paese eminentemente agricolo; è fuori discussione. Giova tuttavia sottolineare cì1e l'Italja diventò un paese agricolo, non già perché l'unica sua fonte di ricchezza fosse l'agricoltura, ma a motivo di un processo di in18 G. VALENTI, L'Italia agricola dal 1861al 1911, in Cinquant'anni di storia italiana, Hoepli, Milano, 1901, pag. 38. 19 G. VALENTI, L'Italia agricola ecc. cit., pag. 34. 20 A. REPACI, Monza ecc. cit. 21 G. FERRERO, La vecchia Italia, in La vita italiana nel Risorgimento, Serie II, vol. I, Bemporad, Firenze, 1899, pag. 70. 2 2 A. REPACI, Fascismo ecc. cit., pag. 75 segg. 102 Bi biiotecag i nobianco
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