Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

La casa in Campania casa » ma piuttosto una politica di protezione dell'interesse « particolare » nei co,nfro,nti di quello· « generale ». È una verità facilmente dimo,strabile con le cifre. Il boom dell'edilizia a cavallo tra la fine degli anni cinquanta e la prima metà degli anni sessanta ha « servito » soltanto gli utenti che « potevano » acquistare la casa; per gli altri la casa è ancora un sogno. Il 17% delle famiglie italiane ne è privo e la situazio,ne nel complesso è molto precaria, soprattutto ne~le regioni meridionali: 85 abitazioni su cento, mancano· di riscaldamento•; 35 su cento· no,n hanno W.C.; cinquanta sono prive di una vasca da bagno o di un impianto, per doccia. In q,uesti ultimi anni, soprattutto,, si è assistito ad un fenomeno paradossale: l'i1n·pegno, dello1 Stato, in un settore così fondamentale è diminuito, no,nostante aumentasse in maniera ormai incontrollabile la « d·omanda di casa » da parte -degli strati meno abbienti della popolazio.ne. Le previsioni del piano quinquen11ale so,no clamorosamente salta te: ap•pena 737 miliardi investiti dal 1966 al '69 al posto dei 2540 promessi. Al contrario, l'investimento privato ha superato, di circa tremila miliardi la previsio,ne di spesa (10.974 miliardi invece di 7610). Il meccanismo di a.ccumulazione basato, sullo sfruttamento della rendita fondiaria ha contin·uato a macinare ricchezza, vanifica•n,do in parte anche le co1 nq11iste sindacali dei lavoratori. Il costo della casa in Italia è il più ~lto d'Europa. Sul salario medio· di un lavoratore, infatti, esso incide da un minimo del 25 91>ad un ma,ssimo del 40 % della retribuzio11e mensile, me·ntre negli altri paesi euro-pei tale costo oscilla t~·a il 6% e 1'8%. A questo p11nto, un nuovo, rinvio, della riforma era impensabile ed il Governo ne ha preso atto. Non è stato né semplice, né facile, va detto subito. Co·me i sindacati hanno denunziato, le « resistenze » di una certa parte, ancora influente, -della classe politica sono state notervoli. La strategia di difesa è stata, come nel passato, quella dell'allarmismo·: facendo leva sulla crisi pro·duttiva del setto,re e sulla minaccia di licenziamenti in massa si è tentato, di « ft1nzionalizzare l'intervento pubblico 1 attraverso l'ottenimento· di provvedimenti co,ngiunturali e massicci finanziamenti a sostegno dell'iniziativa privata del settore perpetuando l'attuale meccanismo· cl1e è la causa principale della crisi ». Per undici anni questa. tattica intimidatoria ha funzionato, alla perfezio,ne, questa vo,lta no. Basterebbe questa considerazio,ne a sottolineare la portata del provvedimento, ma non è la sola. I criteri che hanno ispirato• la nuova legge sulla cas·a sono stati essenzialmente due: uno• congiunturale, diretto a porre un argine alla crisi produttiva ed a riattivare la gigantesca macchina « ferma»; ed uno politico, co·n il quale si è modificato alla radice, attraverso, le nuo•ve 63 Bibiiotecaginobianco

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