Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

Giornale a più voci Oocorre, innanzitutto, registrare come, fino ad oggi, p1 oco o niente si è fatto per coo,rdinare le dec~sioni comunitarie con quelle nazionali; 9, per meglio dire, non sii è fatto nulla ·p1 er inserire la politica agraria del governo italiano in un quadro organico che tenesse conto degli impegni presi a livello di Comunità Economica Europea. Il p1 rimo p.iano ,di svi1 luppo economico nazionale (1966-1970), infaitti, comprende sca·rsi riferimenti alla politica agrariia euro·pea; ed ainche tali pochi riferimenti furo,no, inseriti soLo in se1d,e di Commissione referente alla Camera, mentre gli scarsi accenni al prob,lema del necessario coor.dinamento fra impegni internazio 1 nali e programm·a na~ionale furono dovuti addirittura alle forze di op,po·sizio,ne. Il secondo Piano Veride, poi, fa riferimento alla politica con1uni,taria solo nell'art. 35, do,ve si prevede la posisibildità di finanziamienti in aggiuruta ai contrib1uti in conto ca.pitale erogati dal FEOGA. Ma anche nei più recenti progetti legislativi -- come il' disegno di legge sulle procedure, il cosidetto Progetto 80 e la legge istitutiva ,del CIPE - il prob 1 lema del coordin•amento de1le politiche comunitaria e nazion 1 ale tro 1 va scars,a considerazione. Il progetto di legge sulle procedure si limita a dire, infiatti, all'art. 2 che « il programma economic'o nazionale si confo1rma agli obblighi internazionali della Repubblioa ». Il cosidetto Progetto 80, dop·o aver auspicato una p1 rogrammazione et1rop,ea, accenna alle difficoltà che « derivano principalmente dalla necessità di precisare i limiti delle rispettive sfere di competenza e di stabilire le p1 rooedure di concertazione ». Quainto alla legge 27 febbraio 1967 n. 48, si limita ad attribuire al CIPE « l'azione neces,saria per l'armonizzazione della p,oliti1 ca economica nazionale con le po,litiche eco1 nomiche degli altri Stati dell•a Co1 munità Europea » senza alcun accenno ailla p·olitica com1 unitaria. Qualche tempo fa, infine, il Mi·n~stro del Bilancio e della Pro·grammazione Giolitti, nel corso di un-a conferenza stampa nel1 l1 a qu,ale ha illustrato la preparazione del prossimo Pi·ano ,di Programmazione nazionale, si è coiSÌ espresso sul Piano Mansholt: « il Piano non sarà introdotto per quanto ci riguard 1 a così com'è nel secondo Piano quinquermale, ,anzi no.i già abb1 iamo avanzate critiche e riserve e posto su al,cuni specifici argomenti prop,oste alternative ». Non è facile prevedere, quindi, per il momento, un superamento della disarticolazione tra pol1itica comunitari·a e p1 olitioa nazio1nale. Gli stessi pericoli si incominciano ad mtravedere nelle discussioni e nelle pro1 poste sUJl,lari,partizione delle competenze tra Stato e R.:egioni in materia di agricoltura. · L'art. 117 della Costituzione demanda al,J,a competenza legislativa delle Regioni a Sta,tuto ordinario ·una serie di ,m1 atenie ·tira cui l'agricoltura e le foreste, « nei _li,miti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato» e « sem,preché le norme regionali non siano in corntrasto con l'interesse nazionale e con quello d4 altrie Regioni». La cosidetta legge Scelb·a del 1953 all'art. 9 stabilisce che tale competenza legislativa regionale deve essere con1 dizionata da speciali « •leggi-cornice» em1 anate dallo Stato. La recente 57 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==