Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

Luciano Tas dell'o,vest » e cercò di attuare una politica diversa nei confro 1 nti degli ebrei. Li divise in « buoni » (cioè i boirghesi riochi e oolti) e « cattivi» (cioè i p•roletari o, i sottoproletari, poverissimi e incoilti, almeno in senso o·cci·dentale, p·erché erano, invece quasi tutti ricchi di cultura ebraica). Ap,rì quindi ai p·rimi le porte della società attraverso il pubblico impiego, la finanza, l'industria. Tra il 1860 (i,n coincidenza co,n l'abolizione della servitù della gleba) ed il 1880 si venne così formoodo una ri,sitretta ma ricca borghesia ebraica in seno alla società russa. La reazione di quest'ultima alla « intrusio,ne » non si fece attendere. Tra l'altro ~I prezzo, anche econo,mico in senso stretto, dell'abolizio,ne della servitù 1della gleba doveva essere pagato, da qualcuno. Gli ebrei erano a portata di mano. Inoltre essi rappresentavano, almeno nella loro mino)ranza borghese, un be·i:isaglio,perfetto sia per i po1 pulisti, che vedevano in loro, il démone caipitalista, sia per i pan-slavi, che li rit.ooevano l'immagine di tutto quanto non rappresentava il « vero » genio nazionale russo, l'antitesi perfetta di quello spirito della « terza Roma» che i pa-nrussi mistican1.ente tiendevano ad incarnare. La paro,la d'ordine era: « Attenzione, l'ebreo avanza! ». Dopo l'assassinio di Alessandro II si scatenarono i pogrom in Ucraina. Alessandro III (1881) inaugurò una decisa politica antiebraica, cercando di spingere gli eb,rei a lasciare il p,aese. Ignatyev, ministro dell'interno, proclamò: « La frontiera occidentale è aperta agli ebrei ». La reazione ebraica a questo « nuovo corso » fu di doloroso stupore e ,di viva indignazione. Anche quell'intellighenzia ebraica che pensav'a sinceramente di potersi in,serire nella società russa, ripiegò sfiduciata su se stessa. Le sue inclinazioni progres~iste e le sue tendenze socialiste no,n vennero meno, n1a essa incominciò a guardare ai problemi del suo popo1 loi, la cui grandissima maggioranza viveva tra l'altro una vita mi- . serr1ma. Una parte degli ebrei russi si preparò a lasciare questo duro paese che non concedeva loro alcUJ1a possibilità di « emancipazione ». Alcuni guardarono all'America, alitri alla Palestina e fondarono in pratica il primo, moì\Ti.- mento nazionale ebraico, i « Hovevei Zio1 n » (amanti di Sion), che auspicava uno Stato ebraico nella terra dei Padri. Tuttavia questo movimento naziozionale rapp,resentò per gli ebrei del p,rimo Novecento un polo d'attrazione più debo,le di quello costituito dall'impegno politico all'interno della Russia: impegno politico che fu socialista e rivoluzio,nario, così come d'altronde socialista e rivoluzio,nario era il movimento sionistico. Questa vocazione progressis,ta degli ebrei russi li spinse sempre di più verso le file dei vari movimenti rivo1uzionari. Questi però, p,ur respingendo ogni forma di antisemitismo, contestavano, non solo l'idea sioni!stica, ma anche la piattaforma politica del « Bund » (il partito socialista dei lavoratori ebrei) nella parte in cui s1 rivendicava per gli ebrei una auto,nomia nazio-- nale e culturale. Plekhanov, il socialdemocratico russo, definì infatti i « bundisti » come dei « sionisti col mal di mare ». Questa crepa ideologica non doveva ricomporsi cl1e nel 1917, quando dai partiti russi di sini 1stra (ma non 52 Bibiiotecaginobianco

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