Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

Vgo Leone - Luciano Tas Per quanto ci riguarda più da vicino, sii calcola ché l'Italia dovrà affrontare un onere maggio,re per il 1971 di circa 120 miliardi. Non si sa ancora, però, carme l'onere sarà rìp·artito 1 fra gli italiani. Dal canto suo l'ENI che, come abbiamo aocennato, no,n faceva parte del cartello delle compiajgnie petrolifere, dopo Teheran ha emesso un comunicato nel quale si afferma che « gli accordi di Teheran tra i paesi dell'OPEC e le maggiori co1 mpagnie petrolifere mondiali hanno concluso il p,rimo stadio di una evoluzione iniziata ci,rca un decennio fa, che ha investito direttamente i rapporti fra i paesi produtto,ri, le compagnie petrolifere ed i paesi consumatori. Tali accordi definisco,no, per ora, in n•uovo modo, il ruolo che sul mercato petroliferor giocan,01 paesi p,roduttori e grandi compagnie; spetta oggi ai paesi consumatori di elaborare le linee di fondo di una loro strategia auto,noma. Dal canto suo l'ENI fairà presente al governo italiano le proprie valutazioni della situazione in mo1do da avere l'indicazione delle direttive generali da seguire e delle conseguenti iniziative da intrap,ren,dere nei . . . pross1m1 mesi ». Le conseguenze più immediate dovrebbero con·sistere in un generale aumento dei prezzi dell'e11ergia. « Generale», perché non solo benzina e olii combustibili aumenteranno il loro prezzo, ma anche l'energia elettrica do,vrebbe essere pagata p,iù cara in seguito al rincaro del prezzo della nafta. Si tratta di p,rovvedirnenti che possono avere conseguenze da non trascurare sull'intera eco1 nomia. Fino ad ora, infatti, le fonti di energia (carbone, metano, energia elettrica e olii combustibili) avevano sem,p1 re avuto un prezzo notevolmen•te stabile, il che co1stituiva un coinseguente motivo di stabilità economica, contribuendo a « moderare» l'aumento dei costi di produzione provocato dall'aumen,to di altri fattori produttivi. La rottura di questo equilibrio potrebbe ripercuotersi sui costi industriali creando una reazione a catena, suscettibi 1 le di provocare una pericolosa spinta inflazionistica. Il governo ne è seriamente preoccupato e l1a deciso ,di costituire un comitato di ministri (Ferirari Aggradi, Gava e Giolitti) che dovranno stu,diare le più opportune decisioni sulla intricata questione. UGO LEONE Gli ebrei russi dagli zar a Breznev Gli ebrei hanno abitato la Russia fin dal Medio Evo, malgrado i divieti delle autorità moscovite del tempo, che non tolleravano ebirei sul loro territorio. La p·resenza ufficiale degli ebrei sotto la corona zarista coincise con le partizioni del diciottesimo secolo1 della Polonia, dove essi vivevano in gran numero. In pratica non furono gli ebrei ad andare in Russia, ma fu questa, per così dire, a « venire» dagli ebrei, che si limitarono a cointinuare a vivere nei territori ex-polacchi. .1. \.lla fine del diciottes,imo secolo viveva entroi i confini dell'impero russo circa la metà di tutto il popolo ebraico. Da questo momento incomincia a porsi il « problema ebraico » in Russia, 50 Bibiiotecaginobianco

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