Girolamo Cotroneo portare avanti certi valori, dove la diffusione della cultura consente un sempre più alto grado di partecipazione alla vita pubblica, una maggiore capacità di assumere impegni e responsabilità. Fuori di questa prospettiva c'è solo la violenza che si sostituisce alla dialettica politica: e la violenza resta sempre il terreno sul quale il fascismo è insuperabile perché fa parte della sua stessa natura; fuori di questa prospettiva ancora c'è il disprezzo - sempre fascista, qualunque nome voglia poi assumere e di qualunque colore finga di tingersi - per quelle irrinunciabili conquiste della democrazia moderna che possono mantenersi solo in qilanto sostenute da una forza ideale che solo la cultura può mantenere in vita. In caso contrario l'alternativa, come disse in una tragica occasione Piero Gobetti, è soltanto « il Medioevo di Mussolini». È evidente che alla base del disegno dei contemporanei Burschenschaften c'è sempre il machiavelliano « fine che giustifica i mezzi »: la storia ci ha invece insegnato che il mezzo incide sempre sul fine e lo condiziona in 111aniera decisiva. Sperare perciò che la deqilalificazione culturale possa essere una molla per creare una società nobile e giusta (ma è veranzente a questa che aspirano certi nostri « guerriglieri »?) è una pericolosa illusione: sopprimere il pensiero e la coscienza - i due più importanti prodotti della cultura - significa soltanto creare l'atmosfera idonea per il fascismo; e significa, lo credano o non i teorici della guerriglia anticulturale, rinunciare a quella che proprio Marx indicava come la vera missione del socialismo, e cioè quella di « realizzare la filosofia ». Il giornale e il libro Se questo di cui abbia1no parlato rappresenta il 111omento estremistico della polemica a·nticulturale del nostro ten1po, non si può dire che anche negli ambienti che certo non auspicano il disfacimento della nostra democrazia, l'interesse per i problemi culturali abbia poi il posto che 111,erita.Quasi tutta la stampa nazionale, sia quotidiana che settima11q,le,dedica pochissimo spazio a questo settore: qualche recensione e la segnalazione delle novità librarie - peraltro spesso ispirate dalle case editrici interessate e che quindi si risolvono in una forma indiretta o mascherata di pubblicità. Per questo motivo la ricomparsa di un settimanale - la cui travagliata esistenza in questi ultimi anni è ulteriore prova dell'indifferenza verso tutto ciò che riguarda la cultura - la recente ricomparsa de « La fiera letteraria », dicevamo, che torna a 42 Bibliotecaginobiaco
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