Le idee del tempo pretende l'unilateralità (in un senso ben determinato) dell' approf ondimento culturale - perché è chiaro, dicevamo, che questa dequalificazione avrà certamente uno sbocco, e che la comparsa sulla scena di una massa rilevante non idonea a nessun tipo di lavoro, non potrà non creare itno stato di tensione le cui conseguenze saranno tutt'altro che positive. Vi è dunque, come si diceva, nel discorso oltranzistico dell'odierno estremismo una certa logica: solo che si tratta di una logica astratta, di un'argomentazione sofistica che descrive la forma di un processo, prescindendo dai contenuti. Chi può garantire infatti in che direzione potrebbe rivolgersi qitesta futura n1assa di piccolo-borghesi (usiamo il termine convenzionale) disoccupati? Spiegare i f enon1eni sociali è certo assai più complesso di quanto non creda certa facile e dilettantesca sociologia del 11ostro tempo: comitnqite, se accettiamo le correnti interpretazioni che vogliono la nostra università e le professioni cosiddette « liberali » praticamente in mano alla « borgliesia », è conseguente quindi che saranno formate da « borghesi » quelle schiere di laureati disoccupati, sottoccupati o comunque professionalmente incapaci su cui sembrano contare moltissin10 i « guerriglieri in cattedra » ( e non solo quelli in cattedra). Ora, la storia, che forse spiega le cose un po' meglio della sociologia ( o di certa sociologia), ci 11a insegnato che la forza d'urto del fascismo sta proprio in quelle frange della borghesia, in quella massa di frustrati e di scontenti che auspicano un regime che esalti la loro situazione di « incolti » e al quale possano offrire quella carica di aggressività che per i meccanismi psicologici di reazione si crea dentro di essi. Perché qitello che Angelo Tasca ha chiamato il « terreno di cultura» del fascisn10 è proprio qitesto: « Le classi medie - ha scritto infatti - che abbracciano il fascisn10 sono soprattutto quelle che non sono o no11 si sentono più collegate 'con una base economica propria e autonoma ', ciò che agevola la loro disintegrazione ed il loro assorbimento da parte dei nuovi qitadri politici creati dal fascismo ». Non crediamo siano molti i « guerriglieri » che abbiano letto (ed è facile capire perché citiamo proprio lui), Nascita e avvento del fascismo di Angelo Tasca: avrebbero per lo meno imparato che « il socialismo non può servirsi delle formule fasciste», perché « mutitando [ ...] il piano del fascismo si fa un gioco nel quale il fascismo mantiene la sua superiorità, perché esso risponde alla sua natura e ai suoi interessi ». E it disfacimento del patrimonio culturale, il discredito (e il conseguente disprezzo). per la c·ultura, rappresenta il terreno più propizio per lo sviluppo di quelle forze che avversano la democrazia: perché democrazia può aversi solo dove esiste uno sforzo collettivo per 41 Bibiiotecaginobianco
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