Italico Santoro distribuzione delle risorse tra le grandi ripartizioni geografiche, era necessario evide11temente modificare alcuni meccanismi secondo i quali si era venuta sviluppa11do fino al « miracolo » la nostra economia. In particolare, 110n.poteva essere compatibile con le finalità generali del Piano un tipo di crescita spontanea, alimentata dall'aumento costante della domanda di beni di consumo individuale e da investimenti rivolti a soddisfare, se non addirittura a stimolare, questo tipo di domanda piuttosto che esigenze collettive alle quali veniva riconosciuto carattere prioritario. Fin da qt1ando fu avviato il dibattito sulla programmazione, quindi, fu chiaro che non sarebbe bastato produrre di più per raddrizzare, o quanto meno corninciare a raddrizzare gli squilibri e le distorsio11i che si erano consolidati con il passare del tempo; c'era bisogno, contemporaneamente, di una diversa distribuzione delle risorse trasferite verso gli impieghi sociali e verso investimenti particolarmente qualificati, anche a costo di sacrificare una espansione dei consu.mi individuali realizzata secondo il tasso d'incremento che era stato raggiunto prin1a e durante gli anni del « miracolo ». In qt1esto senso, anzi, « u11a ripartizione delle risorse tra i diversi impieghi tale da soddisfare in più ampia misura i bisogni collettivi » finiva per rappresentare non solo uno degli obiettivi del Piano, ma anche uno degli strumenti attraverso i quali evitare una nuova spi11ta allo slarganlento degli eqt1ilibri. Sconta11do u11 incremento del reddito nazionale pari al 5% annuo, si trattava in effetti di operare in tre direzioni: aumentare la quota di risparmio, e quindi di investimenti, nei confronti della quota di risorse disponibili che veniva destinata ai consumi; accrescere, in particolare, l'incidenza del risparmio pubblico, che era diretto a sostenere ed alimentare gli investimenti nei settori e nei territori « deboli » dell'economia italiana; sostenere la domanda attraverso gli impieghi sociali - i cosiddetti const1mi pubblici -, invece che attraverso i consumi privati, i quali si trovavano evidentemente all'origine dello sviluppo spontaneo degli anni cinquanta. _È fin troppo chiaro che la possibilità di raggiungere gli obiettivi assegnati al Piano rimaneva legata a queste tre condizioni di fondo. D'a]tra parte, non rappresentavano queste tre condizioni, ipotesi puramente astratte, e quindi scarsamente traducibili sul piano operativo. L'unico rischio che comportavano era quello di un certo rallentamento del tasso di sviluppo, che fino ad allora aveva trovato lo stimolo maggiore proprio nei consumi individuali; 32 Bibi1otecaginobia.nco
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