Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

I Programmare significa scegliere mondo del lavoro 3 rischia di accentuare, soprattutto presso alcune classi e in determinate condizioni ambientali, una certa chiusura sul piano del costume e dei rapporti sociali, l'espulsione dei giovani, e soprattt1tto dei giovani professionalmente qualificati, dalle attività produttive, rischia di trasformarsi in motivo di inquietudi11e, di insofferenza, di instabilità politica e sociale, che forze estremiste potrebbero utilizzare in senso eversivo del sistema democratico. Anche se l'esodo dalle campagne ha superato di gran lunga le previsioni del Piano, il reddito pro capite in agricoltura, confrontato con quello degli altri settori, ha perduto ancora terreno. Nel 1965, il di·vario era stato considerato inaccettabile: la popolazione che gravava sul settore primario poteva disporre di un reddito pro capite che rappresentava solo il 53 % di quello assicurato dagli altri settori. Per accorciare le distanze e avviare un riequilibrio che sembrava possibile solo nel medio termine, il Piano aveva indicato, come uno degli obiettivi prioritari per il quinquennio, l'inversione della tendenza in atto da tempo e quindi, in particolare, un certo recupero del settore agricolo nei confronti delle altre attività economiche: il reddito pro capite in agricoltura doveva passare dal 53 al 60 per cento di quello fornito dagli altri settori . . A raggiu11gere quest'obiettivo avrebbero dovuto contribuire, essenzialmente, tre fattori: razionalizzazione delle strutture, maggiori investimenti, diminuzione degli addetti. In questo modo sarebbe stato possibile, contemporaneamente, aumentare la produttività del lavoro e diminuire la pressione esercitata sul reddito agricolo da una popolazione in eccesso. Nel corso del quinquennio, l'esodo agricolo ha superato largamente le previsioni: t1n milione e 400.000 addetti, invece dei 600.000 indicati dal Piano, hanno abbandonato il settore primario, il che ha comportato, oltre tutto, anche il trasferimento di quelle persone che gravano sulle unità lavorative. In queste condizioni c'era· da attendersi, quanto meno, che l'obietti, 10 di un parziale riequilibrio venisse raggiunto; tanto più che il divario tra agricoltura ed altri settori, come ha sottolineato. recente1nente in Francia il rapporto Vedel, non tende necessariamente a crescere, e non tende a crescere proprio per il deflusso continuo di addetti verso le altre attività. economiche (nel 1985, ricorda appunto il rapporto Vedel, 600.000 lavoratori agricoli basteranno per nutrire 75 milio11i di francesi, mentre oggi su una po3 Nel 1968 solo il 29,9% della popolazione femminile in età di lavoro era attivo, e cioè occupato o alla ricerca di un'occupazione; nello· stesso anno la media della CEE era del 37,6%. 29 Bibiiotecaginobianco

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