Programmare sigrlifica scegliere ridurre il numero dei disoccupati di circa 200.000 persone e abbassare il tasso di disoccupazione «aperta» dal 3,9% al 2,9%. In altri termini, il Piano quinquennale prevedeva una diminuzione dei disoccupati, i11 termini assoluti e in percentuale, anche in presenza di un consistente esodo agricolo e di un sensibile aumento delle forze di lavoro (nuove leve professionali e persone, donne soprattutto, rich.iamate verso le attività produttive). Il giudizio di fondo che p11ò essere dato dopo cinque anni è che l'a11damento dell'occupazione si è venuto sviluppando secondo tendenze che si discostano largamente dalle indicazioni contenute nel Piano; e, inoltre, che la struttura complessiva delle forze di lavoro prese11ta oggi problemi molto più gravi di quelli che erano stati messi in luce dalla crisi del 1963-65 e che avevano costituito la piattaforma su cui erano fondate le ipotesi dei programmatori. Il tasso di disoccupazione « aperta » è realmente diminuito, ma molto meno del previsto: appena uno 0,3, contro l'l % indicato dal Piano; per di più - ed è questo l'aspetto che maggiormente preoccupa nella struttura occupazionale - la flessione, già lieve, non si è accompagnata ad u11 incremento delle forze di lavoro (e cioè ad una maggiore offerta di lavoro), ma si è verificata in presenza del fenomeno opposto, e cioè di una costante e sensibile caduta delle forze lavorative 1 • D'altra parte, il numero complessivo degli occupati, che doveva aumentare di 800.000 unità, è addirittura diminuito (oltre 300.000 in meno): ad un esodo agricolo di gran lunga superiore alle previsioni (circa un milione e 400.000 addetti, invece dei 600.000 previsti), ha fatto riscontro la creazione di nuovi posti di lavoro in misura inferiore (circa 350.000) a quella indicata nel Piano. E non sempre si tratta di veri e propri nuovi posti di lavoro, intesi come risultato di investimenti aggiuntivi: quasi la metà - 500.000 su un totale di poco superiore a un milione e 50.000 - sono stati assicurati nel corso del 1970, probabilmente non a seguito di investimenti, ma dei 11uovi contratti di lavoro conclusi durante l'autunno caldo (le riduzioni di orario, per esempio, che hanno provocato un maggiore in1piego di ma11odopera). Si è già detto che i problemi posti dalla struttura dell'occupazione si preser1tano i11 effetti oggi più complessi di quanto non fossero cinque a11ni or sono. La contrazione delle forze di lavoro, 1 Per il 1970 non esistono ancora i valori medi ufficiali relativi all'arco dell'intero anno. I raffronti, quindi, sono effettuati tenendo conto, sia per il 1965 che per il 1970, dei valori rilevati dall'ISTAT in luglio, un mese particolarmente significativ~ perché l'occupazione tende a raggiungere la punta più elevata nel corso dell'anno. 27 Bibiiotecaginobianco
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