Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

Programmare significa scegliere di Italico Santoro Si è parlato tanto di fallimento della programmazione, che tentare un bilancio del Piano Pieraccini alla scadenza del quinquennio 1966-70 può sen1brare una inutile esercitazione accademica. Si è detto ripetutamente, addirittura nei mesi immediatamente successivi al decollo del Piano, che il programma è rimasto sulla carta, risolvendosi in un libro di buone intenzioni; che l'economia ha continuato a svilupparsi secondo gli stessi meccanismi degli anni '50, con la stessa capacità di iniziativa e la stessa vivacità, ma anche con gli sprechi, gli squilibri, le insufficienze di quegli • anni. Epp11re questo giudizio, per molti versi esatto, 110n può bastare. In qualche caso si ha perfino l'impressione che esso serva a nascondere la volontà di non dar corso alla programmazione: magari denunziandone le debolezze, l'avvio lento e contraddittorio, la difficoltà di calare le indicazioni del Piano nella realtà economica, sociale, politica del paese. La scadenza del primo q_uinquennio ad economia programmata può forse rappresentare l'occasione buona per rimeditare i meccanisn1i, le previsioni, il ruolo stesso di un'esperienza per molti versi andata a male. Perché, insomma, l'Italia non è riuscita a programmare (intendendo con questo termine tanto il momento previsionale quanto quello operatjvo ), mentre altri paesi, e certo non solo fra quelli a regime collettivista, programmano da oltre un decennio? Perché in Italia non si riesce a sviluppare una politica di riequilibrio territoriale e settoriale, perché si va allontanando, malgrado un saggio di increme11to del reddito che rimane tuttora elevato, l'obiettivo della piena occupazione? Rispondere a questi interrogativi significa, come si è detto, ries·aminare le previsioni e i meccanismi ai quali si è fatto ricorso, stabilire fino a che punto erano velleitarie le prime e fino a che punto si sono inceppati i secondi; ma significa anche e soprattutto avanzare un giudizio sulle forze politiche e sociali che hanno contribuito a snaturare la programmazione, intesa come esperienza complessiva, con i contenuti e gli obiettivi ad essa assegnati, e 24 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==