• Alfredo Testi gue: negli ormai ben 46 tra Aree di sviluppo industriale e Nuclei di industrializzazione « riconosciuti » dal Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, la « Cassa » aveva speso al 31 dicembre 1968 per la realizzazione di infrastrutture specifiche meno di 19 miliardi, una cifra cioè appena pari allo 0,6 per cento dei propri investimenti totali alla stessa data. Il risultato della mancanza di una politica di reale selezione dei territori da industrializzaze prioritariamente è stato da un lato quello di non attrezzare nemmeno lontanamente in maniera adeguata i territori teoricamente prescelti (ossia i 46 tra Aree e Nuclei) e dall'altro quello di dissipare (o quanto meno di non utilizzare certamente in maniera efficiente) ingenti risorse pubbliche, disperdendo gli interventi sul territorio alla rincorsa supina delle decisioni di investimento maturate - in via autonoma - dai grandi gruppi pubblici e privati 18 • • Ormai ci sembra tuttavia indilazionabile l'esigenza di imboccare senza ulteriori incertezze e ripensamenti la strada della concentrazione territoriale degli interventi. Si tratta in pratica di dire « no-» a quei territori nei quali una politica di sviluppo non presenta possibilità di un reale successo, quanto meno nell'arco dei prossimi anni: territori che vanno quindi integralmente restituiti alla competenza dell'intervento ordinario perché vi realizzi le normali opere destinate a migliorare il livello di vita civile delle popolazioni. _ Per quanto riguarda l'agricoltura, spetterà alle Regioni meridionali re11dersi conto dell'esigenza di concentrarsi sulle zone irrigue o rapidamente ed economicamente irrigabili, per realizzarvi sollecitamente - anche col concorso della « Cassa» - le opere necessarie alla trasformazione ed alla completa valorizzazione di territori paradossalme11te condannati alla povertà ed all'emigrazione nonostante le concrete possibilità di sviluppo dell'agricoltura 19 • 18 La mancata realizzazione delle opere di attrezzatura e infrastruttura delle zone di concentrazione, e a volte anche l'errata ubicazione di queste ultime (ossia degli « agglo1nerati » interni alle Aree ed ai Nuclei, ha fatto sì che spesso le nuove indust1·ie si siano ubicate - a seconda delle loro caratteristiche - in prossimità dei centri urbani di maggiori dinìensioni o in punti convenienti per l'azienda ma esterni ai territori definiti dai programmi di attrezzatura precedentemente delineati. Nel primo caso ne è derivata una spinta all'accentuarsi di fenomeni di congestione (dovuti peraltro alla scarsissima dotazione di infrastrutture di tali aree urbane), nel secondo caso, un onere notevole per l'operatore pubblico, costretto a realizzare attrezza ture spesso molto costose al di fuori di un piano organico di assetto territoriale. 19 In molti casi, com'è noto, fatte le opere principali quali le dighe ed i grandi canali di adduzione, non si è poi provveduto a realizzare la rete di distribuzione interpoderale. 20 Bibi1otecaginobianco
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