Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

Alfredo Testi che il CIPE determina anche « le direttive per la realizzazior1e delle infrastrutture specifiche co11nesse alle iniziative industriali oggetto delle agevolazio11i ». L'idea, implicita in una tale formulazione del ruolo da affidare alla realizzazione di infrastrutture specificamente dirette a favorire l'insediamento industriale, è del tutto inaccettabile. Essa infatti co11sidera l'offerta di attrezzature specifiche semplicemente come una agevolazione « in più » da concedere ad iniziative che siano state « già decise », e risponde quindi a quella visione parziale e sostanzialmente scorretta della « contrattazione programmatica » che si è finora avuta e cl1e abbiamo già in precedenza criticato 15 • Mentre invece l'offerta e la realizzazione delle infrastruture specifiche vanno concepite ed attuate in funzio11e di una più generale politica di intervento, che abbia di mira sia obiettivi di industrializzazione che obiettivi di assetto territoriale. La realizzazione di queste opere va qt1indi collegata, tanto nelle dimensioni quanto nelle tipologie e nelle priorità di realizzazione, da una parte al tipo di sviluppo industriale che si vuole ottenere (e non semplicemente a quello che si determina autonomamente) e dall'altra al più generale discorso delle grandi infrastrutture, dei sistemi urbani e delle zone di conce11trazione industriale che si ritiene necessario realizzare per ottenere il modello di assetto territoriale desiderato. Ne consegue che nella maggior parte dei casi l'offerta e la realizzazione delle infrastrutture devono precedere l'insediamento delle industrie, piuttosto che meramente accompagnarsi a quest'ultimo. Ma sulla incongruità dell'intervento finora realizzato in questo campo torneremo più avanti. Positiva ci sembra invece la proposta di affidare al CIPE la determinazione delle « direttive per gli interventi degli enti collegati alla Cassa per. il Mezzogiorno per l'assistenza tecnica, la formazione dei quadri e per la eventuale partecipazione al capitale di rischio ». Una indicazione di questo genere potrebbe infatti aprire uno spiraglio per l'attuazione di una più completa strategia di intervento, in considerazione anche dell'importanza spesso decisiva che questi tipi di azione possono assumere nei confronti delle iniziative di medie dimensioni. Diremo infine, per concludere sul CIPE, che qualsiasi modificazione nell'attribuzione delle competenze in materia di intervento straordinario presuppone la previa riforma del CIPE, attualmente pletorico e quindi incline a « settorializzare » sempre più la propria 1s Si veda Regioni e politica di piano, in « Nord e Sud », n. 185, pp. 20-35. 16 Bibiiotecaginobianco

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