Alfredo Testi Mezzogiorno, le Regioni?) sulla base dei ·« criteri » indicati dal CIPE. È questo in realtà il punto che suscita le maggiori perplessità per quanto riguarda il trattamento riservato alle iniziative di piccole dimensioni. Se infatti risulta già co11cettual1ne11te difficile iscrivere il discorso sulle piccole industrie in un più ampio discorso sulla politica di sviluppo (è noto che proprio la piccola industria - tradizionale ed artigianale - del S11d è stata inesorabilmente spazzata via dalla concorrenza di più ampie e moderne imprese, sia esterne al Mezzogiorno che in esso localizzatesi), risulta francamente sconcertante la proposta di incentivare, e in misura particolare, quelle che si localizzino i11 « zone di particolare depressione », in territori cioè collinari o addirittura montani, caratterizzati dai più rilevanti fenomeni di abbandono, dalle più gravi carenze di infrastrutture e di attrezzature sociali, ecc. Quali industrie possono sorgere in tali zone se non « ... il frantoio, il piccolo caseificio e la modesta cantina sociale più che la piccola azienda meccanica o chimica complementare ai grossi complessi di base nelle zone già urbanizzate e già industrializzate » 5? Ma se in q_L1estezone non possono sorgere altro che industrie legate al mercato locale o allo sfruttamento di risorse locali (se cioè sono, in un certo senso, a localizzazione vi11colata) perché incentivarle in misura particolare? Viene da_ chiedersi se proposte di questo genere siano volte ad ottenere un rafforzamento della politica di industrializzazione o non piuttosto L1na esplicita riaffermazione delle tradizionali concezio11i caritative - o, peggio, clientelari - dell'intervento nel Mezzogiorno. B) Per quanto riguarda le iniziative di medie dimensioni 6 , il disegno di legge indica come massime le stesse aliquote di credito e di contributo previste per le iniziative di piccole dimensioni (e cioè, rispettivamente, il 50 ed il 30 per cento). Per le iniziative di questa fascia, tuttavia, non si prevede di adottare delle misure fisse, bensì - al pari di quanto avviene ora per le iniziative di tutte le dimensioni - un sistema di « graduazione » degli incentivi.· Ma come dovrebbe avvenire questa graduazione? La procedura proposta è di una così inutile complessità da ·indurre a so5 Cfr. ITALO T ALIA, op. cit., p. 18. 6 Quelle cioè che con1portano investimenti fissi compresi tra 400 milioni e 9 n1iliardi di lire. 10 Bibiiotecaginobianco
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