Recensioni su questa strada, ma con maggiore profondità, Luigi Salvato 1 relli (Nazionalfascismo, Torino 1923) affermò che so.Io attraverso un'indagine articolata dei ceti medi era comprensibi 1 le l'ascesa del fascismo: se il movimento fascista si riduce a -lotta di classe - egli ritenne - è nella piccola borghesia che occorre cercare la spiegazione finale. Il fascismo « rappresenta la ' lotta di classe' della piccola borghes~a incastratasi tra capitalismo e p1 roletariato ». La piccola borghesia di estrazione umanistica « è stata democratica e socialistoide finché le è parso ... di lottare per un p1 rop 1 rio ideale; ma quan,do democrazia e socialismo hanno co1ninciato a divenire realtà, p,roducendo1 nuove élites borghesi in seno al proletariato anziché elevare la piccola borghesia medesima, questa si è ribellata_, per invidi 1a e p·er donchisciottismo ». Nell'ambito 1 della storiografia marxista degli anni venti l'indagine più capillare fu quella di Gran1sci. Alla semp'1ricistica interpretazione di Bordiga sul fascismo ( « arm.a nelle mani della borghesia ») egli o,ppose infatti sia l'aiuto concreto che l'alta borghesia aveva dato al fascismo, sia la sua crisi come classe dirigente e il carattere piccolo borghese del movimento. Nel gennaio del '21 (Il popolo delle scùnmie) Gramsci •scrisse cl1e il fascismo era stato « l'ultima rappresentazio,ne » offerta dalla piccola borghesia nel teatro della vita pubblica nazionale. Approfornden 1do il di·sco,rso egl,i identificò inoltre nella società italiana due fascismi (articolo ap1 p 1arso in « L'Ordine Nuovo»): il fascismo moderato, urbano, legato a Mussolini e forma.to da ceti medi - impiegati, piocoli co1nmercianti - si sarebbe ori·entato (lo 'Scritto è del '21) verso una coJ.J.aborazione con i socialisti ed i cattolici; quello intransigente, legato agli interessi del Iatifon-do e del carpitalismo agrario, avrebbe accentuato il suo carattere antiiproleta:riio. Nella letteratura marxista degli anni '20 la po1sizione gramsciana rimase pressoché isolata. A dire il vero, nei suoi primi documenti ufficiali i1 l comunismo internazionale elaborò una linea d'indagine in cui le p1 reoccupazioni ideologiche no1 n annullavano del tutto Io, sforzo interpretativo. La risoluzione dell 1 a Terza Internazionale -----per esemp 1 io - pur non sottraendo1si a certi schemi ideologici e senza pervenire aid una definizione sctentifica del fenomeno, tentò di offrire del fascismo un quadro articolato ed aderente alla real·tà (De Felice vi scorge lontani echi gramsciani). D'altra p•arte gli sforzi di analisi e di approfondimento· durarono sino a quando 1 i meccanismi dell'Internazionale - sottop·osta sempre più agli interessi dell'ideolo·gia dello Stato sovietico e di Stalin - si b·urocratizzarono cedendo il passo alla teoria del fascismo come espressione terro,ristica del gran capitale. Negli anni trent~ le uniche interpretazioni degne di no1 ta furono di « ir:i."'egolari » del mo,vimento internazionale: di « destra» (Tasca, Silone, Mariategui), di « ·sinist,ra » (il trotzkista Guérin) o di un milit 1an1te « ortodoisso, » (Toglia-~ti) erede, però, di quella valut~ione « real~stica » ,dei fatti tipica della formazione politico-culturale gramsciana. Per un trotzkista come Guérin (Fascismo e gran capitale, trad. it., Milano 1965) il fascismo era sì una reazione capitalistica, ma bisognava distinguere, nella p1 rima fase ,del movimento, fra i diversi atteggiamenti assu·nti nei suoi conf.ro·nti dal,la indu·stria pesante e leggera. Atteggiamenti ri117 Bibiiotecaginobianco
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