Recensioni partendo da una valutazione scien,tifica ,dei fatti, delineava, con le I nterpretazioni, un bilancio rea1i,stico e demistificante delle ten,denze storio 1 grafiche pit1 valide e presentava un 01ri,ginale con,tributo· chiarificato 1 re del problema soddisfacendo l'esigenza, avvertita da tempo dagli studiosi, di disporre di un agile e valido~ strumento di co·nsultazione. Con l'ultima sua fatica (Il Fascismo. Le interpretazioni dei contemporanei e degli storici, Bari, Laterza 1970) egli sviluppa il discorso già avviato, con un volume antologico accompagnato da un ampio saggio introduttivo e n•11merojse note ai testi presentati.• Certamente i criteri che lo han·no guidato nella selezione dei testi non troveranno concordi tutti (come mai non sono riportate le pagine di Tasca, così sui,molanti, di Salvemini, Turati, Sturzo, Donati, Roepke, G. M·ann, per non citare che alcurli nomi?), ma del resto l'autore con la sua raccolta si è propo 1 sto so1 ltanto di offrire ai lettori « un panorama di come durante mezzo secolo, il fascismo è stato giudicato dai suoi contemporanei immediati prima e dagli studiosi del 1le più varie discipline poi ... » (Introduzione, p. V). Cosa fu dunque il fascismo? Per lilla con1ponente importante della cultura europea esso fu una malattia morale, « uno smarrimento; di coscienza, una depressione civile e una ub1 riacatura, prodotta dalla guerra» che coinvo11senon solo l'Italia, perché « come tendenza, conato, aispirazione ed aspetta21ione » il feno1neno fascista fu un fatto mondiale. Questa tesi, enunciata da Croce, fu rip,resa per la società tedesca da Meinecke il quale, studiando le origini del nazionalsocialismo (in La catastrofe della Germania, trad. it., Firenze 1948) attribuì questo fenomeno al dissolvimento degli antichl vincoli sociali ed « alla finale creazione di nuovi forzati legami imposti. .. da quei terribles semplificateurs che, appoggi 1 aindosi aid organizzazioni militari » ridussero « di nuo,vo le masse alla •disciplina e all'obbedienza» e le costrinsero ,< a rinunciare ad ogni libertà precedentemente ed ardentemente bramata ». Così che « nella miseria della loro quoti 1di1 ana esistenza » esse si levarono « al suono del tamburo ed 01gni sera sempre al suono del tamburo » marciarono « verso casa ». Il tema della malattia morale fu r1preso 1 anche da Kohn (Ideologie politiche del ventesimo secolo, trad. it., Firenze 1964). Per questo autore la guerra portò al crollo del·la moral·e tradizionale e alla disobbedienza della legge. Le nuove generazioni, allevate jn un clima di crisi profonda e dii violenza, ritennero che la « forza non era più un problema morale da discutere, era il risLiltato, naturale della vita, l'elemento normale della storia ». Il fascismo si alimentò di tutte le filosofie che esalt,avano la vita e l'assoluto disprezzo per la ragione; fattori, questi, che « co1 ndussero J.,du,na nuo:va Verzauberung del mondo, alla sua ,s-raziona:lizzazio11e », all'emergere di nuovi capi, alla subordinazione di folle entusiaste ai loro terribili slogans. Fu frantumato il potere .della ragione individuale ed alterato 1 il vecchio concetto di morale sociale (dal cogito ergo sum della società tradizionale si passò all' agitamus ergo sunius, •dalla « meditazione individuale » all' « entusiasmo acritico ed all'azione disciplinata »). Il totalitarismo nacque dall'eclissi della ragione e riaffermando « una pretesa dell'assolutismo analoga a quella della fede medievale » portò l'Europa alla credenza di due nuovi 115 Bibliotecaginobianco
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