Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

I Argomenti economicl1e e si è guardato - con un misto di curiosità e di invidia - alle citate esperienze americane relative alle « scie11ce based i11d'ustries ». Come si configura l'attuale tentativo 1 inglese di liberare l'alta tecnologia da un isolarnento pernicioso e castale? Da una parte i laborato·ri di uno tra i più grossi enti britan·nici di ricerca - quelli della United I(ingdom Atomic Energy Authority (U.K.A.E.A.) -- si sono dedicati a precise attività di colloquio con l'industria. Non sappiamo co,me si vada sviluppando _questa nuova iniziativa, destinata a porre fine ad una certa crisi delle strt1ttL1re dell'U .K.A.E.A.; l'iniziativa è co,mu11que tanto più interessante in quanto nel continente, in occasione della crisi dell'Euratom, si è ritenuto di dover suggerire una analoga via ai laboratori dell'Euratom ed in particolare a quello di Ispra. È doveroso segnalare, peraltro, cl1e tale via non ci pare priva di incognite e meriterebbe un discorso a parte. Piì1 originale ci sembra una seconda via, anch'essa intrapresa, perché più modesta, più capillare, forse più suscettibile di essere imitata da paesi che non nutrono ambizioni di primato tecnologico. Questa via consiste nel fare affidamento· sulle locali facoltà di studi tecnologici (estremamente diffuse nella Gran Bretagna di oggi, molti istituti di carattere medio essendo stati promossi a livello para universitario) carne centri attivi di diffusione di conoscenze tec11ologiche per un verso, e di imprenditorialità per l'altro. In che senso è da intendersi questo discorso? Da un lato il Ministro 1 della Tecnologia ha fondato settanta centri di consulenza generale tecnologica, chiamati « Industria! Liaison Ce11ters », e otto « Industria! Units », destinati ad occuparsi di singoli problemi co1ne la tribologia, i servomeccanismi, l'i11gegneria navale e così. via. Dall'altro lato il Ministro dell'Educazione pubblica e della Scie11za l1a imitato quello della Tecnologia co1 ncedendo fondi alle u11iversità affinché creassero u.ffici destinati ad accelerare il trasferi1nento alle industrie delle loro conoscenze tecnologiche. Dodici altri centri sono così stati formati: una proliferazione burocratica che lascia perplessi gli stessi inglesi, tanto pit1 che questi centri hanno· adottato de1101ninazioni ed indirizzi non uniformi. Ciò nonostante, in omaggio alla tradizionale intraprendenza anglosassone (e alla serietà del problen1a di fondo) altri tre centri ·si sono formati senza alcun sussidio statale. Me11tre alcune di queste iniziative si limitano ad attività genericl1e di consulenza e formazione tecnica o a problemi di software, altre rivendicano più ambiziosi programmi di aiuto diretto all'i11dustria, di promozione economica, di ri~bilitazione e conversione indt1striale. In questo senso ha già bene operato il « Centre for Industria! Innovation » a Strathclyde, vicino Glasgow. Con metodi n1eno ambiziosi, senza diretti 107 Bibiiotecaginobianco

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