Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

Argo1nenti e) la presenza contemporanea dei classici fattori della produzione: capitale, manodopera, imprenditore. I punti a) e b) riguardano sostanzialmente il problema della crea~ zione di un mercato, problema che è strettamente connesso con quello dell'esistenza di un imprenditore. Tale problema ci sembra o,ggi preminente, in quanto la società dei consumi e le tecniche di produzio,ne e di distribuzione di massa sembrano aver marxianamente accentrato in poche mani e in pochi luoghi tutto quanto, può umanamente sembrare t1tile e desiderabile ed aver creato condizioni in cui nuove iniziative possono sperare in un vittorioso inserimento solo se tecnicamente e finanziariamente gigantesche. Questo aspetto - fuggevolmente accen- ._.. nato all'inizio - è indubbiamente un aspetto della realtà, ma non è tutta la realtà. Più una società è industrialmente avanzata, più essa ha bisogni collegati a esigenze tecniche di standard di vita o anche di semplice consu•mismo, che possono sfuggire alle disamine ed alle previsioni superficiali. Nei grandi Stati industriali d'America, sterminato è il numero delle piccole aziende che eseguono lavori parcellari, ossia basate su quella estrema suddivisione e specializzazione del lavoro, che è tipica di una società industriale matura 1 • Tuttavia in una economia in fase di sviluppo (sia essa totalmente autonoma, come in un paese del Terzo mondo, sia essa legata ad una economia com.plessivamente matura, come quella meridionale italiana) il problema del mercato è il problema essenziale. Non per nulla ci sono state e ci saranno ancora polemiche sui « doppio,ni »; e si potranno determinare numerose distorsioni o assurdità rispetto a un ideale modello di sviluppo economico razionale. Il futuro è pieno di interrogativi e di ombre; tuttavia, per quanto riguarda il problema del mercato, lo sviluppo economico potrà sempre contare su due modelli: uno a livello macroscopico, l'altro a livello aziendale. L'interscambio fra i paesi in fase di sviluppo cresce - a meno cl1e non si applichino misure di guerra doganale - se ha luogo quella ottimizzazione delle condizioni di mercato per cui ciascun paese produce quanto di meglio risulta adatto a produrre. Bresciani-Turroni 2 citava t Citiamo solo due ese1npi del notevole grado di persistenza negli Stati Uniti d'America della piccola industria. Tutte le industrie che noi chiameremmo metalmeccaniche sono in quella nazione trentaseimila e gli addetti cc,mplessivi otto milioni: circa 220 addetti per azienda, l'azienda inedia avendo le dimensioni di un non grosso reparto di una grande azienda. Ancora più impressionante è il settore delle materie plastiche in cui operano, al pari che nella metaln1eccanica, dei colossi: le cifre sono 200.000 addetti,. 6.000 aziende, ossia neppure 37 addetti per azienda, poco oltre il livello del laboratorio artigianale. 2 BRESCIANI-TURRONl, Introduzione alla politica economica. Einaudi, Torino 1940. 97 Bibiiotecaginobianco

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