Le condizioni dello sviluppo industriale di Ferruccio Grandi Da quando il problema dei fattori agglomerativi nelle attività industriali è diventato uno dei principali argomenti del dibattito meridionalistico, si guarda con maggiore attenzione a tutta la fenomenologia relativa. Da questo esame più attento - o più preoccupato, se vogliamo - sono discese alcune considerazioni. La prima, dovuta - se non andiamo errati - a Sylos-Labini, dà per scontato il fatto che il progresso tecnologico degli ultimi decenni ostacola, nella maggioranza dei casi, il passaggio dalla impresa piccola o media a quella di grandi dimensioni. Qualche esperienza non positiva circa gli effetti indotti o moltiplicativi di talune grosse iniziative industriali realizzate nel Sud, porta a una seconda conclusione: che, in mancanza di favorevoli condizioni, tali effetti sono molto inferiori a quelli sperati, se non addirittura nulli. A questo proposito occorrerebbe accertare - ciò che qui non è possibile fare - quali siano state le condizioni che nel Nord hanno favorito il moltiplicarsi degli insediamenti industriali. A parte i grandi centri storici del triangolo, assai complesse e credo non chiarissime ragioni di geografia economica (abbondanza di forza idrica, e successivamente idroelettrica, minore redditività dell'agricoltura?) hanno concentrato una serie pressoché ininterrotta di zone industriali immediatamente ai piedi dell'arco alpino: dalle vecchie cartiere, filande e fabbriche del Saluzzese e del Pinerolese fino al termine, ancora più « storico », costituito dalle attività industriali, principalmente tessili, del Vicentino; solo più recentemente l'industrializzazione si è spinta ancora più ad est, verso Pordenone e Udine. Con ciò non si vuol dire che la crescita di attività economiche non sia nel Nord Italia ampiamente straripata dai primi nuclei situati ai piedi delle pre-Alpi, si vuol dire soltanto che il fenomeno è abbastanza recente e, tutto sommato, in molte zone ancora marginale. Si può pensare d'altronde che una Montedison a Mantova e a Ferrara, una ANIC a Ravenna, un centro multiforme come quello di Marghera, 94 BibliotecaGino Bianco
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