Nord e Sud - anno XVIII - n. 135 - marzo 1971

Argomenti Questo divario dovrebbe già di per sé dimostrare che non è lecito affrontare il problema della mortalità infantile in Italia senza ricondurlo ai suoi aspetti territoriali. Ma vi è di più. Se si tien conto dei rapporti fra natalità e mo,rtali tà, registrati nelle singole regioni italiane, si otterrà un quadro ancora più significativo 1 • Si constaterà infatti (riferendosi ancora al 1967, ultimo anno per il quale è stato possibile raccogliere i dati completi) che il contributo alla mortalità nazio 1 nale nel primo anno di vita è, nelle regioni italiane del Centro-Nord, inferiore al loro contributo alla natalità nazionale (vedi tabella: A); fatta eccezione per la Va1l d'Aosta, che è comunque numericamente poco rilevante. Estendiamo ora l'analisi ai dati statistici regionali, disitinti secondo l'epoca di morte nel corso del primo anno di vita. Sarà necessario ricordare come la mortalità nel corso del primo anno di vita può essere determinata d·a cause di diversa natura: via via che l'epoca della morte si allontana dal gio1 mo della nascita, diminuisce il legame tra il morbo letale ed il trauma da parito; paral,lelamente aumenta l'incidenza delle manchevolezze assistenziali nell'an1bito familiare e sociale, e poi di cause ambientali di vario tipo (abitazione, alimentazione, igiene, clima, e via dicendo,). Questo tipo di analisi dimostra che nel Centro-Nord le percentuali più elevate di partecipazione alla mor.talità nazionale si risco 1 ntrano nel primo mese di vita (fatta eccezione per l'Abruzzo, regione peraltro, confinante con il Mezzogiorno), e che tutti gli indici risultano inferiori ai rispettivi contributi di .natalità, fatta eccezione per la Val d'Aosta e per l'Umbria, soltanto nel primo mese di vita per entrambe (vedi tabella: B). Nel Mezzogjomo invece, mentre la grandissima maggioranza degli indici di mortalità risulta superiore a quelli di natalità (co·n eccezioni per il Molise, la Sicilia e la Sardegna, soltanto per il primo mese), i valori più elevati di co1 ntributo, alla mortalità infa,ntile non si registrano mai nel primo mese di vita, ma sempre in quelli successivi al primo. Questo punto merita qualche co·nsiderazione. Se infatti teniamo p,resente che il primo mese di vita è quello che più risente delle condizion.i neo11atali, si può cercare una spiegazione del fenomeno nel fatto che il peso . medio di nascita risulta, nelle regioni centro-settentrionali, inferiore a a quello che si riscontra nel Sud. Ino1 ltre i neonati di p·eso inferiore ai due chilogrammi - peso notoriamente criti~o ai fini della so1 pravvivenza rap1 presentano il 15% circa del totale dei nati meridionali, men-- 1 I relativi dati sono stati da 111eillustrati nella Relazione tenuta al Simposio sulla mortalità infantile, organizzato dal]a « Fondazione Carlo Erba» a Napoli il 21 febbraio di quest'anno. 87 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==