Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

Marcello Marin anche se per provvedere ai sussidi di disoccupazion'e ed al finanziamento degli investimenti necessari alla creazio,ne di nuovi posti di lavoro si dovesse rinunciare, per qualche anno, ai benefici derivanti dalla razionalizzazione del settore distributivo ed a tal fine apparisse opportuno avvalersi della imposizione tributaria diretta, anche in questo caso si opererebbe una scelta politica responsabile e giusta. Perché, si noti, sino ad oggi i costi di questa assurda situazione son stati sostenuti da tutti i consumatori, di qualunque reddito essi siano titolari, come una sorta di imposizione indiretta; la più inutile, perché non risolve alcun pro,blema, ma anzi tende a perpetuare uno stato di cose dannoso per l'intero sistema economico; la più ingiustificabile, perché il danaro sottratto no·n va allo Stato; la più iniqua di tutte, perché per il tipo dei beni che colpisce (in massima parte di prima necessità) addossa il sacrificio maggiore ai cittadini meno abbienti. MARCELLOMARIN non è redditizia (P. SAVINI, op. cit., pag. 108). Anche il Governo francese ha in programma una serie di misure analoghe. Va poi ricordato che il proble ma ctegn aspetti sociali de1l'ammodernamento delle strutture distributive e quindi della riconversione o di particolari provvidenze per i meno adatti, è considerato attentamente anche dalla Commissione CEE. Alla Conferenza Tripartita sull'occupazione (Lussemburgo 27 e 28 aprile 1970) è stato proprio un delegato italiano (esponente della cosiddetta Grande Distribuzione) a chiedere che il Fondo sociale europeo intervenga per i lavoratori autonomi del co1nmercio come già ha fatto per la riconversione dei lavoratori in altri settori econom1c1. ' 84 Bibliotecaginobia ·CO

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