Marcello Marin che ha funzioni meramente co1 nst1ltive. Dunque una materia di fro·nte alla quale qualunque tecnico si sentirebbe cader le braccia, viene affidata ad organismi politici quali i Consigli co,munali, dai cui compo•nenti ci si potrà attendere tt1tt'al più la diligenza di buor1i padri di famiglia; e ciò anche con qualche ottimismo, poiché i Comuni, salvo poche eccezioni, hanno, sin qui dimostrato di no•n saper far buon uso delle proprie facoltà discrezionali, come testimonia l'enorme quantità di ricorsi contro decisioni comunali in materia di co11cessioni di licenze presentati negli ultimi anni dinanzi al Consiglio di Stato (ricorsi risolti, in buona parte, favorevolmente da questo altissimo organo, che si è sempre dichiarato per la massima libertà di iniziativa in campo commerciale), nonché la citata indagine del prof. Vaccà. Il testo legislativo in esame lascia vastissimo spazio alla discrezionalità dei compilatori del piano: è arduo, ad esempio, giungere alla individuazione obiettiva del « maggior po-ssibile equilibrio » fra installazioni commerciali a posto fisso e la « presumibile » capacità di domanda della popolazione stabilmente residente e fluttuante (in Germania ed in Olanda, paesi in cui la capacità di domanda delle popolazioni è certamente superiore alla nostra, quest'equilibrio è basato per la distribuzione alimentare su un rapporto abitanti per esercizio dieci volte circa maggiore che in Italia; ma quale consiglio comu11ale avrebbe il coraggio di trarne le debite co,nseguenze?). Resterebbe la « apposita Commissione » il cui parere va sentito dai Co,muni; ma la sua composizio·ne è tale da non garantire la necessaria imparzialità: l'art. 15, riguardante le Commissioni per i Comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti ed i capoluoghi di provincia, prevede infatti cl1e dei sette esperti della distribuzio·ne chiamati a farne parte, solo uno rappresenti la grande distribuzione. Inoltre degli altri tredici membri, quattro verrebbero designati dalle Confederazioni sindacali, sei dal Co•mune e tre, rispettivamente, dalla Camera di Co-mmercio, dall'Ente Provinciale del Turismo e dall'Ufficio Pro,vinciale Industria Commercio ed Agricoltura (ambienti notoriamente sensibili alle istanze dei commercianti); non è invece prevista una rappresentanza dei consumatori e una degli operatori degli altri settori economici. A conti fatti i commercianti già operanti potrebbero agevolmente contare sull'appoggio della maggioranza dei commissari. Analoghe osservazio,ni valgono per la composizione delle Commissioni dei Comuni con meno di cinquantamila abitanti e non capoluoghi di provincia; va detto che in questo caso la proposta legislativa omette tra i componenti la Co,mmissione il rappresentante della grande distribuzione, la cui presenza dovrebbe essere prevista almeno nei casi in cui 76 Bibiiotecaginobianco
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