La distribuzione in Italia per appena il 2,7% alle totali vendite alimentari commercializzate (342 su 12 .3 81 miliardi di lire) 2 • Tendenza opposta, e cioè una contrazione nel numero degli esercizi tradizionali ed un aumento in quello delle unità del grande dettaglio, si è manifestata negli altri paesi occidentali economicamente sviluppati. Per brevità, limitiamo il confronto ai paesi del MEC e per la sola distribuzione alimentare al dettaglio in sede fissa (anno di riferimento è sempre il .1969); con esso potrà meglio risaltare sia la abnorme proliferazione dei nostri esercizi (465 mila contro i circa 270 mila della Francia, 150 mila della Germania Federale, 50 mila dei Paesi Bassi, 42 mila del Belgio), sia la scarsa diffusione del libero servizio - self service - presente in Italia solo nello 0,6% degli esercizi, mentre tale percentuale sale al 7% per la Francia; al 50% per la Germania; al 46% per i Paesi Bassi; al 10% per il Belgio. In particolare, mentre in Italia si contavano in media 123 mila abitanti per ogni supermercato (ma per l'Italia meridionale la cifra sale a 346 mila!) lo stesso rapporto scende per la Francia a 35 mila, per la Germania a 32 mila, per ." Paesi Bassi a 40 mila, per il Belgio a 24 mila. Viceversa, nel nostro paese si contavano appena 110 abitanti per esercizio tradizionale contro 200 in Francia, 1.000 nella Germania Federale, 1.200 nei Paesi Bassi e 250 jn Belgio. Questi i termir1i quantitativi del problema. Quanto poi alle caratteristiche qualitative dei nostri esercizi al dettaglio, rimandia1no ad una interessante indagine recentemente effettuata dall'INDIS - Istituto Nazionale della Distribuzione 3 - per conto del Ministero dell'Industria e Commercio, cl1e mette i11 luce il diffL1so stato di arretratezza del no2 In Francia circa 450 miliardi di lire era, nello stesso anno, il solo fatturato dei 73 ipermercati mentre i supermercati, sempre nel 1969, registravano vendite per circa 1.300 miliardi di lire; insienìe, dunque, ipermercati e super1nercati partecipavano per il 13,5% alle totali vendite alimentari commercializzate (V. PAOLOSAVINI, Dina1nica e problemi della distribuzione in Italia, Franco Angeli editore, 1970, pag. 177). 3 Da tale studio si rileva, tra l'altro, che il 66% degli esercizi al dettaglio ha una superficie di vendita inferiore a 45 mq. (la percentuale sale al 71 % per l'Italia meridionale) e che, quanto alle normali attrezzature, i registratori di cassa sono presenti solo nel 13% degli esercizi; le macchine da scrivere nel 21%; quelle da calcolo nel 24%; i veicoli da trasporto nel 22%; meno della metà degli esercizi alimentari sono dotati di celle, armadi o banchi frigoriferi (e i dati riguardanti il solo Mezzogiorno sono ancora più sconcertanti). Il 77% degli esercenti ha dichiarato di non aver mai effettuato inventario o controllo delle merci e delle scorte di magazzino e il 7% lo ha effettuato in epoche anteriori al 1967; solo il 16% degli esercenti, dunque,. attua con continuità una tanto opportuna ed elementare forma di controllo gestionale. Per maggiori dettagli si veda Caratte•ristiche dimensionali ed organizzative del commercio fisso al dettaglio in Italia in « Distribuzione Moderna», n. 8, 9-10, 11, anno 1970. Indagine analoga, territorialmente più ristretta, ma egualmente interessante, fu condotta lo scorso anno dall'lTnione Nazionale· Camere di Commercio. 67 Bibliotecaginobianco
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