Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

• Marisa Càssola un'indagine sul destino dell'uomo e sul suo: rapporto con il mondo, e giungerà dall'esclusione per motivi politici, razziali o morali all'esclusione per una frattura con il reale che è effetto, più che di un ambiente soffocante, di un male dello spirito. Nell'ambito di questo problema esistenziale si muo,vono Dietro la porta e l'Airone, l'uno, dedicato ai problemi di un giovanissimo, inibito dal suo primo contatto con la brutalità delle cose e condannato a ritrarne un senso di orrore e di sco,nfitta, che si ripercuoterà negativamente sul suo destino di adulto; l'altro, volto ad illustrare con sottile analisi il tema della nausea e della incomunicabilità, che sbocca nel suicidio come nell'unica soluzione liberatrice. Non a caso in questi ultimi due libri lo stile di Bassani ha subito una svolta ulteriore verso il realis·mo, affiancando alle forme allusive della prima maniera un linguaggio più arido e scarno e una rievocazione in chiave di shock e di analisi spietata, che tende a sopprimere ogni indulgenza sentimentale. In particolare ne L'Airone, dove la narrazione in terza persona si sostituisce alla diretta confessio·ne, Bassani raggiunge un difficile equilibrio fra intimismo e naturalismo, che si presta in modo particolarmente efficace a rendere lo stato d'animo contraddittorio del protagonista. È questi un uomo corroso. da una forma d'inerzia che gli ha fatto perdere ogni co-municazione con la realtà circostante, e che la guarda da un'in·finita distanza, come se fosse posta sotto una lastra di vetro. Solo l'idea del suicidio, affacciandosi d'improvviso alla sua coscienza, gli farà intraveder:e un barlume di salvezza e lo solleverà dal « pozzo di tristezza accidiosa » nel quale è caduto. Questa soluzione gli si presenta per la prima volta dinanzi alla vetrina di un imbalsamatore, dove gli animali impagliati sem·brano additare come suprema certezza quello stato di quiete assoluta e quell'assenza di volgarità che solo la morte può dare. È per questo che Limentani, dopo un lungo quanto vano girovagare, si ucciderà con lo stesso fucile che è servito in quel giorno al suo compagno di caccia per colpire un airone: simile in questo alla preda che ha visto dibattersi ferita e senza scampo, e vittima dello stesso insensato destino; diverso• dall'airone solo nell'amara coscienza della propria sconfitta. Si può dunque affermare che l'ultima tappa dell'indagine esistenziale di Bassani sia una sorta di paradiso laico, che assicura l'unica forma di eternità possibile per chi nort possieda una fede. Ma in questo approdo egli resta ancora legato a luoghi e tempi precisi (Ferrara., il dopoguerra) quasi a ravvisare gli effetti di una crisi che è particolarmente legata alla· sensibilità dell'uomo moderno e che è in parte connessa ad un agitato periodo storico, contrassegnato dalla caduta di quel mito della rinascita che aveva sorretto « la generazione di mezzo ». 64 Bibliotecaginobianco

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