Argomenti racconto) che è stata amata, poi abbandonata dall'enigmatico David, uno studente universitario israelita, ed è rientrata nell'ambiente di origine senza riuscire a cancellarne il ricordo- ( « Ma lui, David, chi era? che cosa cercava?, cl1e cosa voleva? » continuerà a domandarsi la protagonista nel passare degli anni, riportandosi a quell'incontro che le ha fatto intuire l'esistenza di un universo sconosciuto). È ancora il caso di Ge1nma Brondi, la giovane infermiera di estrazione contadina che ho sposato Elia Corcos, u11 illustre scienziato ferrarese; e qui la diversità fra i due mondi sarà avvertita pii.1 ancora cl1e da Gemma, da sua sorella Luisa, che, segreta·mente innamorata del cognato, da questa estraneità trarrà motivo, di dolore e insieme di misteriosa attrazione. Dunque le storie d'amore di Bassani non si riducono a puro elemento romanzesco, ma vivo110 anche di un determinato contesto sociale, che le carica di particolari tensioni e ne allarga il significato a ritratto di una società e di un modo di vivere. Anche nel Giardino dei Finzi-Contini il complesso sentimento che lega l'io-narrante a Micol non potrebbe essere inteso se non commisurato al te1npo delle leggi razziali e del secondo conflitto mondiale, che lo condannano ad essere travolto nel crollo àefinitivo di una società e di un mondo. L'oscuro presagio di morte che grava sulla protagonista è presente fin dalle prime pagine del romanzo, nella descrizione del cimitero di Cerveteri, « quell'angolo di inondo difeso e riparato », dove gli avi Etruschi riposano da millenni ( « varcata la soglia del cimitero ... l'eternità non doveva più sembrare un'illusione, una favola, una pron1essa da sacerdoti » ). Questa visione di pace richiama alla mente dell'autore, per effetto di contrasto, il monumento funebre dei Pinzi-Contini, rappresentanti _di élite della società ebraica ferrarese, che tro·vano tragica morte in un lager nazista; e la cui tomba, rimasta vuota, ricorda, con la vana grandiosità della sua costruzione, le migliaia di morti che le persecuzioni razziali disseminarono in Europa, togliendo loro il diritto ad una sepoltura confortata dalle cure dei superstiti. Questo spiega la venerazione di Micol per il « caro, dolce, pio passato », quel suo tenere sempre « la testa voltata all'indietro » con l'atteggiamento tipico di una generazione che, consapevole di non avere un futuro, fu costretta a rifugiarsi nella. memoria come nell'unico patrimonio veramente posseduto. Il mito del passato non è quindi estrinseco alla materia del racconto, né costituisce una facile evasione dai problemi del vivere, ma nasce dalla impossibilità dei personaggi a muoversi in una dimensione _reale, e dal ruolo di vittime loro assegnato. Ancora una volta Bassani ha sfiorato una tematica non solo sociale ma quasi metafisica; è per questa via ch'egli finirà per approdare ad 63 Bibliotecaginobianco
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