Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

Marisa Càssola cazione con le generazioni passate causerebbe: il fallimento delle ambizioni conoscitive dello scritto,re ferrarese, e gli impedirebbe di intendere la storia in senso crociano, come strumento, di indagine che permetta di edificare una nuova realtà. « Per Bassani », conclude Siciliano, « un forte impedimento è quell'essere legato, sia pure per vie traverse, all'idea foscoliano-carducciana dell'impegno civile », impegno· che si risolve solo i11 un ripiegamento sentimentale sul passato, e gli vieta di inserirsi modernamente nella storia, inducendolo a mutare il presente in « già accaduto, i11natura morta ». Dobbiamo aggiungere che il distacco dalla materia e la tendenza ad una recherche di tipo proustiano, considerati da alcuni critici come il limite più forte di Bassani, sono stati talvolta attribuiti alla componente ebraica della sua indole (v. ad esempio TROMBATORE, Scrittore del nostro tempo, Manfredi, 1959) che sarebbe tale da ispirargli, più che una parteci,pazione stimolante alla realtà attuale, una tristezza senza speranza e un compianto elegiaco sull'illusorietà delle vicende umane; nel quadro, di questa interpretazione si è parlato di oggettività « biblica » di Bassani, di 11na sua sfiducia nella possibilità di modificare il processo storico, da lui visto come una catena di eventi o,stili e irrimediabili. È logica conseguenza dei giudizi sin qui riportati che il diagramma della fortuna di Bassani resti legato nelle sue punte più alte ai Racconti ferraresi, per cadere con il Giardino dei Pinzi-Contini, che segnerebbe, a detta di Siciliano, « la vitto·ria del rimpianto » e il trionfo di una letteratura-rifugio di stampo petrarchista. Mentre una rinascita si avrebbe in Dietro la porta, e con I'Airotze sorgerebbe finalmente « la coscienza del narrare in prosa ». Ora, pur dando per iscontato che la pagina di Bassani non ha mai la bruciante attualit.à del documento immediato (né si propone di averla, essendo il suo fine ultimo una resa letteraria che trascina il fatto contingente) noi riteniamo che la continua tensione de11o scrittore verso un rispecchiamento preciso della realtà (sia pure non sorretta dalla certezza di una futura innovazione) lo inserisca positivamente nel qua, dro della letteratura post-resistenziale. Non ci sentiremmo di accusare Bassani di debolezza ideologica, facendo pesare su un narratore la responsabilità di precise scelte storiche o politiche, né di attribuire il suo supposto disimpegno al nativo pessimismo della razza ebraica, che del resto non ha impedito a n1olti suoi compo,nenti di sentirsi attivamente impegnati a modificare il tessuto della società. La « presenza » dello scrittore ferrarese nella letteratura contemporanea non va ricercata, a nostro avviso, nella completa adesione alla ideologia di un par60 Bibliotecaginobianco .

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