Marisa Càssola il ritagliato paradiso del gusto e della cultura ... Lacerare una trama delicata, odiare ciò che più amavo: fu un rischio necessario ». Come si vede l'approdo alla realtà dello scrittore corrisponde ad una scelta consapevole, nasce cio·è da uno slargarsi della propria visione del mondo sotto l'L1rto di dram·matiche vicende; alle quali si affianca anche un'esperienza che Bassani scontò in comune con tutta la sua generazione (quella che fu defi11ita da N. Gallo la « generazione di mezzo ») e cioè la verifica degli ideali della Resistenza nel contesto del dopoguerra, con tutte le inevitabili delusioni che essa comportò, presentando una società, non rinnovata dalle fondamenta, come si era auspicato negli anni bui della dittatura, ma dedita alle stesse ipocrisie e agli stessi meschini compromessi che l'avevano caratterizzata nel periodo fascista. Di qui l'esigenza di indagare a fondo sulle gravi respo,nsabilità della borghesia italiana durante e dopo il fascismo, che provoca in Bassani una presa di posizione decisamente moralistica, portandolo a rilevare in prospettiva critica e talvolta fortemente polemica il contributo che « la viltà, la corruzione e lo· spirito di egoismo offrono al male sempre vincente ». A questa nuova coscienza della letteratura corrisponde anche una nuova tecnica narrativa cl1e sempre più si evolve verso una resa oggettiva dei fatti, ma che tL1ttavia ha poco in comune con le formule del neo-realismo corrente, interpretandone le istanze in cifra del tutto personale. Già nel 1947 Bassani mostra di rifi~tare il manierismo della letteratura sociale tanto diffusa nel dopoguerra (è appunto, di quell'anno uria serrata critica al Compagno di Pavese, considerato con severità persino eccessiva come un esempio di artificio) e, se mira ad una riproduzione della realtà, di questa prese11ta però anche le sfaccettature e le rifrazioni 1nolteplici, che gettano l'ombra del mistero sui fatti più banali e quotidiani. Si vedano a questo proposito le epigrafi poste in testa alle Storie ferraresi, sempre indicative della problematicità dell'esistenza, e in particolare la citazione manzoniana premessa al Giardino dei Finzi-Contirii con il richiamo al cuore, davvero inconsueto nel momento storico in cui veniva proposto; epigrafi che oltretutto hanno il inerito di sottoli11eare la distanza che Bassani pone fra la sua produzione e i modelli americani ta11to sfruttati dai suoi contemporanei, per utilizzare esperienze europee a largo raggio, ricavate anche dalla narrativa ottocentesca. Su questo sostrato culturale no,tevolmente allargato ·rispetto a quello sfruttato dalla letteratura contemporanea, si impianta uno stile che nel corso del tempo va facendosi sempre meno letterario e sempre più aderente alle « cose », ma nello stesso tempo è assai più duttile e vario 58 Bi bi otecaginobianco
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