Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

• Editoriale straordinario e attuazione dell'ordiriamento regionale.· E certamente sarebbe stato utile un incontro fra parlamentari nazionali e consiglieri regionali del Mezzogiorno per discutere salveminiana1nente co,me le Regioni meridionali possono assolvere ai compiti citi devono assolvere, senza subire la condizione di inferiorità nella quale si trovano nei confronti delle più efficienti e più inv.adenti Regioni del Nord. Ma rispetto a Bari e rispetto a Montecatini, il convegno di Palermo non ha fatto che dimostrare quanto fossero fondate le proccupazioni di eh.i a Bari ed a Montecatini aveva ritenuto doveroso non sottovalutare queste preoccupazioni: la preoccupazione, soprattutto, per la stupida enfasi con la quale si pretende di aver trovato, ora che sono arrivate le Regiorii, le soluzioni facili di problemi difficili co-me qitelli che costituiscono il grande nodo della questione meridionale. E nel senso di alimentare questa pretesa hanno in-fluito sul clima del convegno, di Palermo non solo gli interventi di consiglieri regionali del Mezzogiorno, ma anche gli interventi di Bassetti e di Lagorio, ispirati da un oltranzismo e da un miraco-lismo regionalistici che nel primo, quello di Bassetti, so110 stati caratterizzati da accenti antirisorgimentali, da una presuntuosa angolazione p·olemica nei confronti di uno Stato che magari era troppo centralistico, ma soprattutto era laico, liberale, moderno, e governato da una classe politica che, malgrado le sue innegabili insufficienze, sembra abbia saputo amministrare la nostra povertà di allora meglio di quanto non si amministri oggi la nostra relativa ricchezza. Si è avuta l'impressione a Palermo che un certo tipo di regionalismo, oggi largamente prevalente, al Nord e al Sud, in tutti i Consigli regionali, sia più che mai corrivo ad assumere atteggiamenti di contestazione anche nei confronti di decisioni che, in quanto dettate da valutazioni politiche degli interessi generali del paese, non sono e non possono essere competenza di organi. regionali. E si è avuta altresì l'impressione che le stesse forze politiche più interessate ad una riabilitazione della programmazione non si rendano conto di quanto questa riabilitazio·ne possa essere compromessa se non si contrasta l'oltranzismo ed il miracolismo regionalistici che del resto compromettono anche la possibilità di itna corretta attuazione dell'ordinamento regionale. Come conciliare infatti il discorso di Lagorio a Palern10 con l'equilibrato richiamo di Giolitti alle << responsabilità riequilibratrici » del Piano nazionale? E come co·nciliare l'aggressivo regionalismo di Bassetti con l'esigenza di co·nsentire alle Regioni meridionali di inseguire e raggiungere anche la Lòmbardia nella via dello sviluppo economico e civile? Ma soprattutto come evitare che quei democristiani e quei socialisti i quali vanno farneticando delle Regioni come del grande fatto nuovo nella prospettiva meridionalistica 4 Bi_biòl tecagino.bianco

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