Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

Argomen,ti con interesse professionale privato. Ma lo· Stato dovrà contemporaneamente provvedere ad assicurare mezzi idonei per un lavoro efficiente alle strutture universita,rie, e una posizione materialmente e psico~ logicamente so1 pportabile per tutto il perso11ale che all'università dedica i suoi sforzi. Altrimenti tra i docenti di domani non resteranno che pochi idealisti isolati e impotenti, giovani signori disinteressati perché figli di papà, e « poveri cristi » preoccupati più della necessità di giungere dig11itosamente alla fin del mese, che del compito di « elabo,rare e trasmettere criticamente la cultura superiore, e promuovere il progresso della scienza attraverso la ricerca ». Se poi le cose andranno come non è tro1 p1po pessin1istico temere che vadano, se cioè (nonostante le velleitarie enunciazioni di principio) gli ospedali non riusciranno - nella migliore delle ipotesi - che a rimanere semplici luoghi •di ricovero e cura, e le università dovran110 limitarsi a svolgere compiti di scuola professionale di massa, ci domandiamo chi in Italia potrà provvedere al progresso scientifico e allo sviluppo culturale in campo medico-biologico. Esistono centri del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e anche istituti di,pen·denti direttamente dal Ministero •della Sanità. Ma qui il discorso si complica ulteriormente, ed esce dai confini che ci siamo proposti. Si può soltanto accennare al fatto che ,da qualche tempo il CNR tende a negare o a ridurre fo,rtemente i sussidi all'università e a potenziare centri autonomi; ma bisogna anche ricorda,re lo stato fallimentare che nel gennaio 1970 il Comitato Nazionale per le Ricerche Mediche e Biologiche dello stesso ·CNR ha •denunciato per il settore di sua competenza. I pochi istituti dipendenti dal Ministero della Sanità sono riusciti finora a lavorare mantenendosi su un livello per lo più soddisfacente, sia nel campo della ricerca, sia in quello della medicina con particolari ap,plicazioni s.pecialistiche. Essi potrebbero in qualche modo servire di paragone per uno stu,dio da compiersi e magari per una realizzazione da predisporre a cura delle Regioni, che dovranno avere competenza primaria per quanto rigua~da la sanità. Non è che una proposta, la cui att11azione non sarebbe certo scevra da difficoltà, e d'altra parte potrebbe anche essere inutile se ospedali e facoltà mediche riuscissero- a·d assolvere alle loro funzioni. Ciò che im,porta non sono le etichette degli enti, ma le garanzie cl1e insegnamento, ricerca e assistenza possano essere svolti su un piano di serietà. Non si tratta di difendere gli ospedali contro le facoltà mediche, o le università a scapito -degli ospedali, o altri istituti ancora da nascere, a preferenza di quelli esistenti. Si tratta soprattutto ,di non permettere o-gni abuso fino al più grave deteriorarnento d~lle istituzioni, rico,rrendo 55 Bibiiotecaginobianco

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