Franco Mollo livelli attuali l'aumento. Non si potrà fare a meno della collaborazione degli ospedali anche nell'insegnamento, almeno per quanto riguarda gli ultimi anni ,del corso di laurea, il tirocinio pratico post-lauream e i perfezionamenti specialistici. Si ritorna dunque a un punto-chiave ,di tutta la questione, cioè alla preparazione degli ospedali e degli ospedalieri per questi compiti. Non una, ma molte ragioni hanno coloro che sottolineano come le strutture arcaiche ,delle univerisità italia·ne, concepite pe·r la formazione di élites, siano ormai ina,datte per la trasmissione della cultura a masse di giovani ben più numerosi che i goliaridi ,di un tem.po. Per quanto riguarda le facoltà di medicina, ci si sta avviando verso la concessione della laurea a giovani che no,n ha11no mai avvicinato un ammalato; ma è altrettanto vero che il prevedere compiti di ricerca e insegnamento per gli ospedali non fa che spostare (aggravandolo) il problema, se nel frattempo non si -provvede a far sì che gli ospedali siano in qualche modo pronti a fronteggiare le nuove necessità. Poiché - non dimentichiamolo - stiamo pur sempre parlando di quegli stessi ospedali che in tutta Italia no,n riescono più a pagare i fornitori e che, insieme con gli istituti mutualistici, totalizzeranno nel 1971 t1n disavanzo di circa 2.500 miliardi. Nella legge n. 132 del 12.2.1968 si fa un cenno all'attività di ricerca da svol,gerisi negli ospedali : « gli ospedali regionali devono possedere ... attrezzature idonee a collaborare nella ricerca scientifica» (art. 23 ). Giustamente è ,previ1sta una attività 1di ricerica scientifica per quegli ambienti che dovreb,bero anche collaborare in attività didattiche. È evidente che non si potrebbe certo trattare di ricerca fon,damentale, ma piuttosto di rice11ca applicata nell'ambito clinico. Non ci si può certo attendere da una attività di ricerca svolta nei nostri ospedali un reale progresso dell~ conoscenze fondamentali, se soltanto si guarda allo stato attuale della ricerca scientifica in Italia e al divario tecnologico che ci separa dagli altri paesi europei (non è nep,pure il caso di accennare agli Stati Uniti). Tuttavia anche nei nostri ospedali una qualche attività di ricerca potrebbe e dovrebbe essere utilmente svolta: ad @sempio quella imperniata soprattutto sulla revisione epidemiologica della casistica, sul controllo delle àiagnosi a -distanza di tempo, sulla verifica obbiettiva dell'esito delle terapie, sull'analisi sistematica delle condizioni di inso,rgenza delle malattie e delle cause ~i morte. In ogni modo, una conoscenza aggiornata dei progressi della medicina a livello internazio,nale, un abito mentale critico per la valutazione dei propri metodi e risultati a confronto con quelli degli altri, la disposizione allo studio, il desiderio di ap,profon·dire le conoscenze non solo per la diretta · 52 Bibliotecaginobianco .
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