Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

Bruno Lauretano - Mariella Pandolfi delle cose cl1e vanno ab1 ba'Stanza bene. L'osservare che il guaio delle cose che vanno abbastanza bene è quello di affogare tra le cose che vanno abbastanza male, è mistificatorio·. Ra-gio·nare vuol dire distinguere. Non si può accusare una gestione di far andare bene le cose affidate alla sua influenza e al suo controllo, mentre all'intorno, altre cose, non di quella gestione, vanno male. Ogni gestione è competente all'interno di una sfera e non competente all'interno di un'altra sfera. Saranno i gestori che, in quanto cittadini e uomini politici, potranno adoperarsi in tutti i modi per migliorare lo stato degli « altrove» e delle cose che •Stanno all'intorno. In definitiva, una scuola non è responsabile se i ragazzini del rione, in mancanza di parchi-Robin•son, si raccolgono attorno ai falò. Tanto meno è responsabile una scuola « aip-erta », che toglie i ragazzini dalle strade, non solo nelle ore antimeri 1 diane, rna anche nel pomeriggio con le attività di doposcuola, e permette lo1 ro, di di1 schiudersi alle sfere « proibite » della cultura e dell'arte e di un sereno comunicare. BRUNO LAURETAN8 La maschera mafiosa Il discorso che Puzo apre sulla Mafia, con il suo ultimo romanzo Il Padrino, si snoda in un'analisi sottile e procede con l'immediatezza di uno stile da cronaca, così che i nodi della difficile ramificazione di « Cosa Nostra» appaiono violentemente illt1minati, descritti, catalogati. Il raccon,to si apre con tre storie, inserite - sia pure in strati sociali diversi - nell'America postbellica. Esse sembrano procedere indipendentemente, congiunte solo dal ritmo spietato del racconto. Poi brnscamente si riagganciano; lo schema psicologico di ogni personaggio ritrova la propria matrice nel rifiuto alla norma, al valore codificato, all'ethos sociale. Con gesti infantili, per un adolescente bi·sogno di protezio11e dopo una ingiustizia subita, quei personaggi cercano un nuovo ruolo da assumere, sorretti da un intervento esterno invocato e preteso: l'ai1.1to sicuro ed efficace del Padrino. ·Protagonista del romanzo è D011 Vito Corleone, « il Padrino », l'uomo a cui « tutti si rivoilgono per aiuto senza mai venire delusi. Non faceva vane promesse e nep1p1 ure avanzava scu'Se vi,li di avere le mani legate da fo1 rze più potenti. Non era necessario che fosse amico, e nepp•ure avere i m1ezzi con cui ripagarlo. Una sola cosa era fondamentale. Che il supplicante, lui, lui stesso, proclamasse la sua amicizia. E allora, non aveva importanza quanto povero o quanto debole fosse, Don Corleone avrebbe preso a cuore i guai di quell'uomo. 42

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