Giornale a più voci Tuttavia jn tutti e tre i casi (con1preso quello dei poveri) l'attuale evoluzione dell'agrico 1 ltu1ra riflette quella dello sviluppo industri·ale di un secolo fa. Non meraviglia q_uindi trovarvi gli stessi atteggiamenti, gli stessi conflitti, le stesse trasformazioni di mentalità. ALBERT MEISTER La scuola e i falò Mercoledì 27 gennaio è stato messo in onda per televisione un serv1z10 dedicato alla Scuola Media « G. Marotta » del rione Traiano ,di Napoli. Il servizio, centrato sul tema « Scuola e territorio », si è articolato in due parti. La prima intendeva fornire una documentazione sulla scuola e sul rione in cui essa è insediata; la secon,da prevedeva un dibattito fra tre rive: professori, alunni, familiari. Di fatto si è trattato di un incontro-scontro tra due contendenti: da un lato ·la scuola nelle sue varie componenti, dall'altro membri del comitato di quartiere, che per la verità rappresentano una porzione esigua della popolazione del rione, e persone, misteriosamente presenti, inquadrate in. movimenti di estrema sinistra. In questa sede, si intende esaminare qualche punto, affiorato in sede di dibattito; se ne potrà così. trarre spunto per affrontare in termini generali il p,roblema del rapporto scuola-territorio. Conviene pregiudizialmente chiarire lo « stile » particolarissimo e il « taglio» pedagogico della Scuola « Marotta ». Si tratta di una scuola-pilota, in cui da un lato si sperimentano nuove tecniche d'animazione culturale e di organizzazione scolastica, dall'altro si tende a valutare quanto esse possano valere alla promozione socio-culturale di ragazzi di un rione depresso, pieno di vertigini e di aspetti « allucinanti », secondo l'espressione di Maurizio Rotundi, il regista che l1a c1.1rato il servizio per la rubrica « Incontro a tre ». Per stabilire, comunque, ciò che la scuola è e vuol essere, occorre chiari;re, anzitutto, ciò che essa non vuol essere né è., Al proposito, è utile ac· cen.nare ad una distinzione preliminare. Si possono di1 stinguere scuo1le-co,mu., nità chiuse o repressive, in cui le comunicazioni sono discendenti, irreversibi1li, verticali, a senso unico (l'autorità che dà ordini, la lectio ex cathedra in cospetto di t1na platea muta ed assorta o sopita e distratta), da scuolecomunità aperte o· democratiche, in cui le comunicazioni so,no reversibili, flt1enti, orizzontali, nei due sen,si. Nel secondo caso, più che il desiderio di dare ordini e di indottrinare, c'è una perenne disponibilità all'ascolto, a promuovere l'allievo al ruolo 1 -di partner, protagonista e interlocutore. La scuo1 la « Marotta » affida la sua v~cazione di scuola aperta, oltre che alla colloquiali tà presente a tutti i livelli e che si manifesta in incontri e dibattiti, al Senato scolastico, cioè a un organo collegiale formato dagli alunni rappresentanti 35 Bibiiotecaginobianco
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