Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

La rivoluzione senza schenii zione che qui intendiamo parlare; il nostro problema è i11vece un altro e riguarda appunto quella dimensione morale del progresso, la cui lenta scomparsa è una delle cause delle forme di dissenso che agitano la nostra società (non meno di quella statunitense). Perché, a nostro avviso, il primo disagio è quello morale; quando questo disagio è acuto, nessuno stato di benessere riesce a cancellarlo. È inutile che una società sia ricca, che garantisca il soddisfacimento delle esigenze pratiche, dei bisogni naturali, quando poi è percorsa da uno stato di disagio morale, dilaniata da lotte di potere, incapace di altri obiettivi che non siano il prestigio sociale di singoli o di gruppi, o la spirale sempre allargantesi della produzione e del consumo. E non crediamo neppure che questo possa essere risolto con la creazione di strutture sociali diverse, quando i modelli di struttura proposti finalizzano ancora il raggiungimento del benessere e una più equa distribuzione di esso, senza toccare alla radice quei problemi che mettono in crisi proprio le società del benessere. Proprio perché inattesa, perché fuori di tutti gli schemi che hanno visto o interpretato le rivolte come dettate tutte da esigenze pratiche, questa rivoluzione « morale » è talmente atipica da rendere praticamente impossibile una sua sintetica definizione: e proprio perché di rivoluzione morale si tratta (a monte di tutte le forme di degenerazione che assume o delle strumentalizzazioni cui è sottoposta) richiede un impegno diverso da quello assunto finora dalla società, da tutta la società; è inutile pensare che sostituendo un gruppo di potere con un altro il problema possa dirsi risolto. Fare il moralista è sempre un ruolo fastidioso; e fastidioso, oggi più che mai, è sentirsi ricordare che l'impegno maggiore, al di là di tutte le ideologie, resta sempre quello di fare il proprio dovere. Bertolt Brecht era molto esplicito a questo proposito: « se il governo non fa il suo dovere, si sciolga; se l'assemblea non fa il suo dovere, si sciolga; se il popolo non fa il suo dovere, si sciolga e se ne elegga un altro ». GIROLAMO COTRONEO 29 Bibiiotecaginobianco

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