Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

La rivoluzione senza schemi sottotitolo, La nouvelle révolution mondiale est commencée aux Etats-Unis, conferma quanto abbiamo finora detto), il titolo stesso, dunque, annuncia in maniera non equivoca la tesi di fondo in esso conte11uta; e cioè che solo attraverso un'esperienza spirituale del tutto nuova, non condizionata né dalla dimensione etico-culturale del Cristianesimo, né da quella politico-economica del marxismo, potrà nascere una nuova concezione del mondo. Ed è questa esperienza. che tentano oggi alcune fasce della gioventù statunitense, e non tanto quelle del dissent universitario, quanto invece quelle che rifiutano qualunque contatto o rapporto con l'attuale società e l'attuale cultura (compresa quella di « opposizione » ), che non tentano neppure di rettificarla, ma la rifiutano in blocco, cerca11do sulle strade (e non per nulla uno dei « classici » di questa generazione è stato proprio On the Road di Jack Kerouac) un'esperienza non condizionata da alcuno schema culturale o socio-politico. Ancora una volta dobbiamo ripetere che non siamo in grado di dire (e questa volta crediamo che neppure Revel lo sia) l'effettiva incidenza che questo movimento ha sulla società statunitense, né ovviamente q_uali potranno essere i suoi futuri sviluppi. l\.1a già il fatto stesso che esista una tendenza di questo tipo pone problemi che nessuno schema teorico, fra quelli finora elaborati intorno allo sviluppo e ai contrasti sociali, aveva previsto; né vale l'ipotesi di comodo, evidentemente propagandistica, che si tratta delle conseguenze dell'alienazione capitalistica e neo-capitalistica; perché in tal caso l'alternativa sarebbe stata già bella e pronta e il rifiuto di Gesù avrebbe coinciso, come tanto spesso coincide in Italia, con l'accettazione di Marx (anche se qui da noi è adesso di moda, purtroppo, accettarli tutti e due). Il fenomeno quindi è alquanto più complesso e dimostra chiaramente che certi schemi, certe semplicistiche contrapposizioni non hanno ormai più ragione di essere e il continuare ad avanzarli è tipico di un certo sottosviluppo culturale che, specialmente in Italia, riesce a11cora, non si sa come, a passare addirittura per avanguardia. Comunque sia, a prescindere dalle superficiali interpretazioni e anche dalla stessa vastità del fe11omeno, è certo che uno stato di insofferenza verso le attuali forme culturali e le attuali strutture sociali esiste certamente e avrà, come ogni fenomeno storico, le sue ragioni e il suo movente. Intendiamoci, però: il rifiuto « globale » dell'esistente è una forma di dommatismo in t11tto e per tutto eguale a quello che accetta integralmente qualsiasi dottrina o teoria; e lo è in quanto, anche in questo caso, viene accolto in maniera .acritica il presupposto 25 Bibliotecaginobianco

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