La nuova legge per il Mezzogiorno dro istituzionale dell'intervento pubblico nel Mezzogiorno, a quelle che mutano il complesso degli incentivi, e più in generale le linee della politica meridio11alistica, va subito detto che anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una carenza di scelte precise. Anzi va aggiunto che il più delle volte ci troviamo di fronte a soluzioni e a scelte eccessivamer1te macchinose rispetto ai problemi posti dallo sviluppo industriale del Mezzogiorno. Prima ancora di entrare nel merito di questo secondo aspetto della nuo~a legge, vale la pena di ricordare che il finanziamento complessivo della « Cassa » si avvicina ai tremila miliardi per il quinquennio 1971-75; cifra che, benché superiore ai precedenti stanziamenti, è comunque ins11fficiente rispetto alle esigenze fatte valere più volte dagli organi dell'intervento pubblico per il Mezzogiorno. Per quanto riguarda la nuova via all'industrializzazione delle regioni meridionali, il disegno di legge innanzitutto proroga fino al 1975 la validità di due forme di incentivi che finora non si sono dimostrati efficaci: la riserva al Mezzogiorno del 40% degli investimenti delle amministrazioni dello Stato e quella del 30% delle forniture e lavorazioni delle amministrazioni pubbliche. Si tratta di due « riserve di legge» che da sempre hanno accompagnato la via sbagliata all'industrializzazione del Mezzogiorno e che per ragioni obiettive - in special modo per quanto riguarda la riserva del 30% - non si è mai riusciti a rispettare. Vi è poi il nuovo obbligo per le aziende a partecipazione statale di portare dal 60 all'80% la quota dei nuovi investimenti da realizzare nel Mezzogiorno; resta invece ferma al 40% la quota degli investimenti totali da destinare alle regioni meridionali. Quanto alle norme che più direttamente riguardano gli incentivi alle nuove iniziative industriali, la novità di fondo è rappresentata dal fatto che è il CIPE a fissare le direttive in materia di industrializzazione. E fin qui niente di male. Così ci sembra più che giusto che si operi 11na · discriminazione fra gli incentivi a seconda che si tratti di iniziative di piccole dimensioni (fra i i 100 e i 400 milioni di investimento), medie (fra i 400 milioni ·e i 9 miliardi di investimento) e grandi (al di sopra dei 9 miliardi di investimento), ed a seconda delle diverse zone del Mezzogiorno. Ciò che a nostro giudizio, invece, non convince, è il fatto che per le iniziative di piccole dimensioni il massimo delle agevolazioni ( tasso agevolato del 50% dell'investimento complessivo e 30% di contributo), venga concesso alle aziende che intendano localizzarsi in quelle · zone di particolare depressione, i cui criteri ·di identificazic)ne saran17 Bibiiotecaginobianco
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